Salario minimo, si avvicina la stretta Ue con l’Italia ancora divisa sulla sua attuazione

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Mentre l’Ue stringe sulla direttiva sul salario minimo, in Italia s’infiamma il dibattito fuori e dentro la maggioranza.

Già da martedì potrebbe arrivare un accordo politico a Strasburgo probabilmente nella notte tra lunedì e martedì. Un accordo che di fatto segnerebbe un traguardo sociale importante per l’Unione che in Parlamento quasi un anno fa (il 25 novembre 2021) ha già approvato la proposta a larga maggiornaza (443 voti a favore, 192 contro e 58 astensioni) e con la quale mira a stabilire i requisiti di base per garantire un reddito in grado di conferire un livello di vita dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie.

Ad oggi il ‘minimum wage’ non è legge solo in sei paesi:  Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Nel resto d’Europa, stando agli ultimi dati Eurostat, il salario minimo viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2257 euro del Lussemburgo.

Nel nostro paese parti sociali e forze politiche dibattono molto sulla misura a sostegno del reddito dei lavoratori anche a seguito dei numeri sconfortanti che vengono dall’aumento dell’inflazione e del debito trascinati già dalla pandemia da Coronavirus e poi dalla crisi aperta, tra mancanza di materie prime e rifornimenti di gas, conseuenze della guerra in Ucraina.