Salgono le scommesse sui terminal rates

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Si può riassumere così l’ultimo periodo: in generale i dati macro hanno mostrato chiaramente economie più in forma a inizio anno (in particolare quella USA), e un’inflazione più resiliente

Alla fine, il mercato dei tassi ha dovuto cedere ed è andato a prezzare banche centrali più aggressive (si iniziano a vedere probabilità più elevate di un ritorno a rialzi da 50 bp per la Fed): il fenomeno più appariscente è probabilmente il repricing avvenuto sulle curve dei tassi, con la Fed Fund Strip che ormai sconta un target rate del 5.5% tra luglio e settembre, e un Fed Funds a fine anno al 5.32% (in aumento di 80 bp da inizio febbraio!).

 

Discorso simile in Eurozona, dove i futures scontano un tasso BCE al 3.9% da qui a dodici mesi, 50 bp sopra i livelli di inizio febbraio, per la prima volta da decenni. E così le obbligazioni governative dell’Eurozona hanno accelerato al ribasso, in simpatia con i treasury americani.

 

I movimenti hanno causato, infine, nuovi picchi di inversione delle curve dei tassi, con il 2-10 USA che è andato a sfiorare -90 bp, e quello tedesco praticamente a -50 bp. Il titolo a 2 anni USA e l’omologo tedesco hanno fatto i nuovi record rispettivamente dal giugno 2007 e dall’ottobre 2008.

 

La lotta delle banche centrali all’inflazione non viene agevolata nemmeno dagli indici PMI manifatturieri nell’area asiatica che sono usciti in generale in miglioramento. In particolare, i PMI cinesi calcolati dall’ufficio statistico nazionale, e quello manifatturiero calcolato da S&P Global hanno riservato robuste sorprese positive: il PMI manifatturiero è ai massimi da aprile 2012 (forti i nuovi ordinativi e anche gli ordini dall’estero in buona espansione). Mentre il PMI non manifatturiero ha visto sia i servizi che le costruzioni aumentare vistosamente l’attività, sui massimi da novembreL’ottimismo per la ripresa dell’economia in Cina e dei consumi porta come conseguenza un aumento della domanda globale e pressione sui prezzi delle materie prime alimentando ulteriormente spirali inflazionistiche.