Lo dimostrano i numeri in continua crescita degli accessi al pronto soccorso e ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza, sia territoriali che ospedalieri: si parla di una crescita dell’84% rispetto al periodo precedente al Covid, mentre si è notato un calo del 48% di accessi per altri disturbi, prevalentemente a causa della paura dei contagi. Dall’inizio della pandemia, inoltre, le quotidiane richieste di visite urgenti per psicopatologia grave si sono quintuplicate. Uno studio ancora in corso riporta oltre tremila accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici nel 2021, rispetto a 2191 nel 2019, di cui 839 per autolesionismo e ideazione/comportamento suicidario, con un aumento dei tentativi di suicidio dell’82% e dell’ideazione suicidaria sino al 200%. Ma il disagio mentale infantile e in età evolutiva aveva una portata importante anche prima del Covid – il 14-20% dei bambini e adolescenti soffre di uno o più disturbi psichici – e se non lo si affronta adeguatamente, per disinformazione, tabù o vergona, diventerà uno stigma sociale e culturale difficile da abbattere.
“Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni nelle successive età della vita” che si è concluso oggi a Cagliari. Si tratta del primo incontro in assoluto in Italia dedicato al confronto sulla psicofarmacologia nel bambino e nell’adulto.


