Salvini occupa la tv pubblica: “Non mollo”

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Partiamo dalla fine. Sabato RaiNews24, il canale all news della tv pubblica, ha mandato in onda un collage di ben 4 minuti dei video pubblicati sui social dal vicepremier Matteo Salvini, per il quale la Procura di Palermo ha appena chiesto la condanna a 6 anni di carcere per sequestro di personanell’ambito del cosiddetto processo Open Arms.

La sagoma su sfondo nero dell’ex ministro dell’Interno – oggi alle Infrastrutture – e i suoi “mi dichiaro colpevole per aver difeso gli italiani”, sono risuonati per un tempo piuttosto inusuale rispetto a quelli di qualsiasi telegiornale, considerando anche che il filmato era reperibile facilmente su internet. “Ancora una volta il nostro canale è usato come megafono per le dichiarazioni di un membro di primo piano del governo”, la nota del comitato di redazione contro il direttore della testata, Paolo Petrecca.

L’episodio ha innescato polemiche a catena. La Lega si è detta “sconcertata” della nota del cdr e a sua volta Usigrai – il sindacato dei giornalisti Rai – ha parlato a sua volta di “sconcerto” per le dichiarazioni del Carroccio. Tutto ciò però non ha fermato Salvini, che ha ricevuto solidarietà oltre che dalla premier perfino dal magnate Elon Musk, come noto impegnato nel sostenere Donald Trump.

Così ieri il Tg1 ha finito per intervistare Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, ex ministro e, soprattutto, avvocata di Salvini nel processo di Palermo: “Per anni ci sono state tragedie del mare anche sotto governi di centrosinistra e nessuno si è mai sognato di mettere sotto processo il ministro dell’Interno di turno”, ha detto la senatrice.

È possibile che da qui a metà ottobre Salvini dia vita a un vero e proprio battage mediatico in sua difesa. Questa sera, ad esempio, sarà ospite a Quarta Repubblica, trasmissione di Rete 4 – reti Mediaset, stavolta – mentre ieri il vicepremier ha annunciato di aver aggiornato il suo libro “Processo a un italiano”, con 13 pagine in cui elenca gli altri episodi a suo giudizio assimilabili a quello per cui è stato incriminato e che non hanno portato conseguenze giudiziarie.

Intanto, sui siti d’informazione e sulle agenzie risuonano ancora le parole di sostegno di Giorgia Meloni al suo vicepremier e alleato. Fa notare Ignazio La Russa: “La premier attacca i pm, non i giudici: non è una questione di lana caprina. Questo fa venire in mente che c’è una discussione aperta sulla separazione delle carriere”. Insomma, una sorta di invito all’accelerazione della riforma, già approvata in Consiglio dei ministri, ora incardinata in Commissione Affari costituzionali alla Camera, la stessa che esamina il premierato.

Vincenzo Bisbiglia