L’ennesimo scivolone istituzionale della Presidente Todde e del Campo Largo è stato certificato dalla sentenza della Corte Costituzionale sul commissariamento delle Asl sarde
Un pasticcio politico-giuridico che molti – tra cui noi – avevamo segnalato da mesi. Persino gli alleati della Todde, il Partito Democratico, avevano contestato l’istruttoria, i tempi e il metodo. Oggi la Corte dà ragione a chi chiedeva prudenza, rigore e rispetto delle norme.
Il pronunciamento della Consulta è chiarissimo. La legge della Giunta Todde non riforma il sistema sanitario e, dunque, non poteva giustificare l’azzeramento dei direttori generali né l’imposizione di un commissariamento generalizzato. Una scelta frettolosa, mirata più alle poltrone che alla riorganizzazione della sanità, che ha prodotto instabilità gestionale e che ora rischia di esporre la Regione a un’ondata di ricorsi e risarcimenti, oltre a mettere ulteriormente in pericolo la salute dei cittadini sardi.
La domanda è semplice e inevitabile: chi pagherà i danni? Chi risarcirà i direttori generali illegittimamente rimossi? Chi si assumerà la responsabilità di aver creato un poltronificio fragile, confuso e oggi dichiarato incostituzionale? E non si provi – come troppo spesso accade a sinistra – a scaricare la colpa sulla Corte Costituzionale.
La stessa Corte che, paradossalmente, ha perfino salvato la Presidente dalla decadenza. La responsabilità politica e amministrativa è tutta di chi ha voluto procedere a ogni costo, ignorando opposizioni, alleati, tecnici e persino il buon senso.
La sanità sarda non può essere governata con improvvisazioni, accelerazioni ideologiche e fughe in avanti. Serve una visione seria, rispettosa delle istituzioni e delle professionalità. La gestione della salute dei sardi non può trasformarsi in un cantiere di emergenza permanente. Bastava continuare sulla strada intrapresa con la nostra riforma del 2020, che stava iniziando a dare i suoi frutti e che riportava realmente la sanità nei territori.
Una riforma pensata proprio per rispondere alle criticità che la pandemia ci aveva consegnato.
Alla luce della sentenza, la Presidente Todde chiarisca immediatamente che cosa intende fare. Quale sarà il destino dei commissari nominati in base a norme dichiarate illegittime? Come intende tutelare la continuità amministrativa delle aziende sanitarie? E, soprattutto, come pensa di evitare che le sue scelte ricadano sulla salute e sulle tasche dei cittadini?



