La società americana Space X di Elon Musk sta offrendo all’Italia i servizi della costellazione Starlink, nettamente superiore al progetto europeo Iris 2. E Roma – come Bruxelles – non potrà farne a meno da qui ai prossimi anni.
Sono queste le conclusioni della relazione annuale sulle politiche spaziali e aerospaziali del governo Meloni messe nero su bianco dal Comitato interministeriale di Palazzo Chigi presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso.
Nel rapporto, letto in anteprima dal Fatto, il comitato si sofferma più volte sugli investimenti in Italia di Space X, l’azienda di Elon Musk che da inizio anno è in trattativa con il governo italiano per mettere a disposizione del nostro sistema di sicurezza e di telecomunicazioni i satelliti a bassa quota Starlink.
Il governo Meloni avrebbe voluto fare dell’Italia il primo Paese europeo a stringere un accordo strutturale con Space X ma, dopo le prime indiscrezioni in cui si parlava di un contratto da 1,5 miliardi, alla fine è stato tutto congelato anche per le ritrosie del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche Urso in questi mesi aveva manifestato i suoi dubbi sull’accordo puntando su una filiera italiana dei satelliti.
A marzo il Comint si era riunito per discutere uno studio di fattibilità sulla possibilità di costruire una costellazione a bassa quota di carattere nazionale: in quel documento riservato, però, si spiegava che da qui al 2030 nessun progetto nazionale potrà colmare il divario con Starlink di Musk che vanta già 7 mila satelliti in orbita e l’obiettivo di arrivare a 40 mila nel giro di pochi anni.
Da qui le conclusioni del rapporto del Comint, un documento di 37 pagine depositato nelle commissioni Attività Produttive di Camera e Senato. “Il 2024 è anche l’anno in cui, mentre la Ue lavora alla costellazione satellitare IRIS2, la società statunitense Space X offre all’Italia i servizi della propria costellazione Starlink” si legge nelle premesse. Urso definisce quest’ultima “già disponibile e in continua evoluzione” e soprattutto “nettamente superiore” a IRIS2 che non è “ancora disponibile, di respiro meno ambizioso”. Dunque, continua il ministro, “si pone la questione di una strategia europea per lo Spazio ben armonizzata con quella degli Usa”.


