Save the Children chiede a Israele una revisione urgente delle norme sulle Ong che operano a Gaza

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È “necessaria una revisione urgente delle nuove norme israeliane sulla registrazione per operare nella Striscia e in Cisgiordania”

Lo afferma Save the Children, che esorta la comunità internazionale a fare pressioni sul Governo di Israele affiche non imponga questo nuovo sistema di registrazione “che rappresenta un ulteriore colpo potenzialmente letale per la popolazione di Gaza”.

“Save the Children chiede al Governo di Israele di riconsiderare urgentemente le nuove norme di registrazione per le organizzazioni non governative internazionali, che potrebbero compromettere la fornitura di assistenza umanitaria salvavita ai bambini e alle loro famiglie a Gaza”, scrive l’organizzazione in un comunicato.

Save the Children è tra le organizzazione internazionali a cui le autorità israeliane hanno negato il rinnovo della registrazione per continuare a fornire aiuti umanitari alle comunità palestinesi a partire dal 1° gennaio 2026.

Senza registrazione non sarà consentito alle organizzazioni l’ingresso di personale tecnico internazionale – fondamentale per interventi in ambito sanitario, idrico e igienico-sanitario -, né di beni di prima necessità, attraverso i confini controllati da Israele verso Gaza o la Cisgiordania.

Tutto questo avviene in una fase in cui i bisogni della popolazione sono enormi.”Nonostante le restrizioni, Save the Children continuerà a operare grazie ai propri 300 operatori palestinesi e ai partner locali nei Territori Palestinesi Occupati, dove è regolarmente registrata presso l’Autorità Palestinese. Nel 2025, l’Organizzazione ha raggiunto 1,9 milioni di persone con programmi multisettoriali sostenuti da agenzie Onu e da quasi 30 donatori”, sottolinea il gruppo.

Dal 2023 Save the Children ha sostenuto 1,6 milioni di persone a Gaza, tra cui 812mila bambini, e 118mila persone in Cisgiordania, tra cui 62mila bambini. Save the Children è il terzo maggiore fornitore internazionale di servizi educativi di emergenza attraverso spazi di apprendimento temporanei a Gaza ed è la più grande organizzazione che fornisce assistenza in contanti e voucher in tutto il Territorio palestinese occupato.

“Tra ottobre e dicembre di quest’anno, abbiamo consegnato 23.287 kit salvavita a Gaza, tra cui 960 kit per neonati, 4.100 kit igienici e 6.000 kit igienici femminili. Inoltre, sono stati consegnati con successo 6 pallet di materiali medici. Stiamo anche acquistando beni localmente a Gaza per distribuirli alla popolazione”, riferisce.

“Nel 2026, continueremo a supportare i bambini e le loro famiglie a Gaza e in Cisgiordania. Esortiamo la comunità internazionale a chiedere al Governo di Israele di non imporre questo nuovo sistema di registrazione, che rappresenta un ulteriore colpo potenzialmente letale per la popolazione di Gaza”, conclude Save the Children.