Scarpinato (M5s): “L’Italia abolisce l’abuso d’ufficio e diventa la patria della corruzione”

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Con il ddl Nordio, approvato dal Senato e diventato definitivamente legge, in Italia non esiste più il reato di abuso d’ufficio. È una riforma che i sindaci di diverse parti politiche chiedevano da tempo, e che il centrodestra ha salutato come un cambiato in direzione garantista, contro un reato che causava moltissime indagini – con annessa gogna mediatica – poi archiviate. Per Roberto Scarpinato, ex magistrato antimafia e oggi senatore del Movimento 5 stelle, la situazione è ben diversa.

Scarpinato aveva già raccontato a Fanpage.it come nelle riforme del governo Meloni ci fosse un disegno mirato a creare un sistema di giustizia che privilegia i potenti. Con l’approvazione della legge Nordio, secondo il senatore, “l’Italia è diventata la patria della corruzione”.

L’abolizione del reato di abuso d’ufficio è così grave?

È un grave acceleratore della decadenza di questo Paese. Siamo in un nuovo feudalesimo.

Nel feudalesimo esistevano tribunali speciali che erano riservati ai ceti privilegiati, e il tribunale comune che era riservato al popolo. Ora stanno realizzando, attraverso complesse operazioni tecniche che l’opinione pubblica fatica a capire, un doppio regime.

Uno per i privilegiati e uno per gli altri?

Un diritto penale per i colletti bianchi – che sono autorizzati a fare quello che vogliono, non devono pagare nessun prezzo per i loro abusi e sono sottratti alla possibilità di un controllo penale – e un diritto penale riservato alla gente comune, che è spietato. Lo stesso Nordio che ha fatto una crociata contro le intercettazioni, poi ha firmato il disegno di legge che prevede le intercettazioni per il reato di accattonaggio, o anche il reato di rave.

Che effetto avrà, concretamente, il ddl?

È come mettere il turbo alla macchina del voto di scambio, cioè l’abuso del potere pubblico per favorire quelli che mi portano voti e per penalizzare quelli che non me ne portano. Dò l’appalto all’imprenditore che mi vota, dò la commessa per la mensa scolastica a quello che mi vota: così prolifera chi utilizza il proprio potere esclusivamente per coltivare la propria clientela.

E ancora, assumo nella pubblica amministrazione non per meritocrazia, ma per nepotismo e clientelismo. Quel sistema che ha contribuito alla caduta di qualità della classe dirigente di questo Paese. È anche uno schiaffo in faccia a tutti i giovani che studiano e si impegnano ma sono penalizzati rispetto a quelli che hanno protezioni da parte di lobby e amici degli amici.

Non ci sono altri reati per punire chi, ad esempio, assegna gli appalti in cambio di voti?

No, perché non è corruzione se non c’è scambio di denaro. Tutti questi comportamenti, e potrei fare decine di esempi, venivano sanzionati tramite l’abuso di ufficio. E a questo bisogna aggiungere il traffico di influenze, che hanno ridimensionato. Così, i cittadini cominceranno a sperimentare lo Stato individuandolo nei volti di centinaia e centinaia di funzionari che potranno prevaricarli, se non li votano o non seguono le loro richieste.