La più estrema Gaia Tortora, giornalista e conduttrice: «Io imploro l’esercito ormai – twitta -. Questa città è ingovernabile. Puzza. È sporca. Pericolosa». In un messaggio precedente, accompagnato da foto di bidoni dell’immondizia (a Roma «monnezza») strabordanti, aveva commentato «ma che schifo senza fine».
Che l’argomento sia ancora e sempre caldo, lo testimonia l’immediata risposta a Gaia del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, che digita a sua volta, polemico: «Così tutti implorano il termocombustore…Soldi e monnezza, antico connubio».
Da Raggi a Gualtieri: proteste e accuse di inefficienza
Dai 5 Stelle della sindaca Virginia Raggi all’amministrazione Gualtieri, i vip non risparmiamo critiche alla gestione della pulizia della Capitale, che sembra restare il grande nodo da risolvere. Un tema più sentito di altri: tutti, ma proprio tutti, hanno a che fare con scene di ordinario degrado e odori rivoltanti. Anche Alessandro Gassmann, pure legatissimo alle sue stradine di cuore e di cinema, si dice disgustato. E va giù duro: «Roma è ormai una metropoli di cui vergognarsi. Fa schifo. È una discarica». Così a Trastevere, il suo rione, figurarsi nelle periferie più estreme. Dove almeno manca il frastuono della malamovida notturna.
Da Gassmann a Santarelli: «Rifiuti pure nei parchetti dei bimbi»
Fra le più attive sui social anche Elena Santarelli, showgirl e conduttrice, ormai anche regista nota di video virali che raccontano il degrado della città. Instagram stories accompagnate da commenti come «Che profumo di primavera…», «Roma!!! Vergognoso», o ancora «ecco anche in un parchetto dietro dove ci sono i bambini. Purtroppo va avanti così da troppo tempo, anche nei quartieri più centrali».
Carlo Verdone e Tiberio Timperi
Il Campidoglio spinge sul termovalorizzatore, ma la prospettiva non basta più. Si chiedono interventi subito. Fra le paladine del decoro, c’è la romanissima Claudia Gerini («ma perche ‘sta città non si può pulire?»). Persino Carlo Verdone deve alla fine ammettere che il respiro è altrove: «Lasciare per tre giorni i problemi che nascono in città, avere davanti orizzonti diversi dal traffico, avere le orecchie libere dai motori e dai clacson e sentire solo il vento che scende dagli Appennini: questa è una piccola breve cura per il nostro umore altalenante!» si libera su Facebook su sfondo montano bucolico
. Mentre Tiberio Timperi davanti ai «pollai» infiniti (le recinzioni attorno alle buche e ai lavori in corso, dalla durata imperscrutabile e portatori di disagi immensi) si trasforma in umarell. Occhiali da sole per resistere alle lunghe ore addossato alla rete e spirito di osservazione. Foto-ricordo da una città amatissima, ma poco vivibile.
Laura Martellini



