Scempio gravissimo contro la memoria del martire Giacomo Matteotti

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Scempio gravissimo contro la memoria del martire Giacomo Matteotti, Mario Calì, Presidente Nazionale del PSDI: “urgente il ripristino delle targhe”
 
ROMA – Il Partito Socialista Democratico Italiano esprime profondo sgomento per l’ennesimo sfregio perpetrato ai danni del monumento dedicato a Giacomo Matteotti, collocato sul Lungotevere Arnaldo da Brescia laddove 101 anni fa il leader del socialismo democratico, dopo aver più volte denunciato pubblicamente i crimini fascisti, fu rapito e assassinato dalla squadraccia guidata da Amerigo Dumini, ai diretti ordini di Benito Mussolini.
Durante la scorsa notte, mani ancora ignote hanno danneggiato gravemente le lapidi che ricordano la figura del deputato, giornalista e antifascista, padre di Giancarlo e Matteo Matteotti, parlamentari nell’Italia liberata e fondatori con Giuseppe Saragat del Partito Socialista Democratico Italiano.

«Sono state ridotte in frantumi, fatte a pezzi – commenta a caldo Mario Calì, Presidente Nazionale del PSDI – in particolare, quella dell’anniversario del 1999 con la scritta “uccidete me ma non uccidete la mia idea”. Tra quelle che circondano il monumento al martire del fascismo, quella posta dal Partito Socialdemocratico nel 2004 nell’ottantesimo anniversario dell’assassinio è stata letteralmente divelta, come segnalato dai funzionari della sovrintendenza intervenuti sul posto».

Apprezzabile la ferma condanna del gesto, giunta trasversalmente dal mondo politico e istituzionale, nonché la pronta azione investigativa delle forze dell’ordine.
«A nome della comunità socialdemocratica del glorioso partito del “Sole Nascente”, elemento di primo piano nella ricostruzione italiana nel secondo dopoguerra dopo i disastri della dittatura e le sciagurate campagne militari al fianco dei nazisti, esprimo profonda fiducia riguardo la tempestiva individuazione dei responsabili.
Al tempo stesso registro con favore le parole del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha voluto sincerarsi personalmente dell’accaduto definendolo un “atto vandalico che colpisce un luogo della memoria civile condivisa”.
Siamo d’accordo con lui – conclude Mario Calì – questi episodi non devono essere sottovalutati, ed è importante l’immediata apertura del Ministro che si è detto pronto a collaborare per il ripristino».