Al termine di una giornata quanto mai complicata, Luigi Di Maio è salito al Quirinale per informare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla luce dell’imminente addio al M5S, prima di formalizzarlo in una conferenza stampa
Poco prima Mario Draghi aveva spiegato di non essere preoccupato per la tenuta del governo: «No», ha risposto ai cronisti che lo interrogavano sul punto, dopo aver superato lo scoglio della risoluzione di maggioranza sulle sue comunicazioni in merito all’Ucraina. Prima di entrare in Aula il premier era stato meno risoluto: «Non lo so, vediamo, vediamo…». Eppure, tra quel prima e questo dopo, il terremoto della scissione del M5S, per quanto non ancora ufficializzata, si era già consumato, con tanto di avvio della raccolta di firme per la formazione di gruppi che fanno riferimento a Di Maio.
Salvini: «A che nome il ministro Di Maio va in giro per il mondo?»
Sul tema, però, Matteo Salvini ha fatto notare che «io sono preoccupato per situazione economica non per le beghe nei 5 stelle», ma «se qualcuno rimane nel governo senza rappresentare nessuno, un problema ci sarà…». «Nel senso, a nome di chi va in giro per il mondo il ministro degli Esteri? Non ho capito chi rappresenta chi…», ha aggiunto il leader della Lega.



