Se al matrimonio il prete fa lo sposo

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A sposarsi ci tengono ormai solo i gay, i trans e le amanti dei preti. Resta memorabile la lettera di ventisei amanti di sacerdoti al Papa che chiedevano di poterli sposare. Difficile capire come siano riuscite a riunirsi e far sindacato: escono in comitiva, c’è una setta segreta dei preti fidanzati? I quotidiani più papisti e progressisti titolavano , in prima pagina “Il matrimonio è un diritto anche per i preti”

Di tutti gli argomenti anche ragionevoli in favore delle nozze ai preti e rispettosi del loro tormento, quello del diritto al matrimonio mi pare il più grottesco: si è preti per scelta e il celibato è una conseguenza del dono al Signore della propria vita. Sarebbe come dire: è un diritto per i militari essere obiettori di coscienza e rifiutare le armi… Perché non far valere anche il diritto inverso: “farsi preti è un diritto anche per gli atei”? Il prossimo argomento in favore del prete ammogliato sarà: meglio sposati che pedofili. Argomentazione che viene a volte usata, non considerando che chi ha tendenze pedofile difficilmente risolve il suo vizietto sposandosi con una donna.

Ciascuno è libero di fare le sue scelte ma non pretenda di adeguare le regole generali alle sue mutazioni personali. Resta però un dubbio atroce: quanti preti fidanzati hanno perso la vocazione ma non lasciano l’abito talare perché non saprebbero poi cosa fare? E un dubbio ancor più irriverente: quanti diverrebbero preti pur senza vocazione, come pura professione, se fosse consentito loro di sposarsi e avere una libera vita sessuale?

La disoccupazione fa miracoli… Comunque, cari preti che avete voglia di sposarvi sappiate: il matrimonio può essere un sacrificio più pesante del celibato, un ergastolo col carceriere in casa.

(Marcello Veneziani)