. Un discorso, il suo, con accenti talmente enfatici e patriottici (con annesso video a testimoniare l’accanimento dei russi verso i civili ucraini), da provocare la standing ovation finale degli istanti. La stessa che abbiamo visto tributargli dagli europarlamentari il primo marzo scorso. Nulla da eccepire: Zelensky è un asso nella comunicazione e sa come infervorare gli animi. Rispetto a lui Putin è un dilettante.
Giusto ieri ci sono state manovre di avvicinamento significative sul tavolo dei negoziati. Entrambe le delegazioni hanno confermato che le trattative sono difficili ma che esiste uno spiraglio per arrivare ad un accordo, quanto meno di cessate il fuoco. Si starebbe ragionando sulla neutralità ucraina e lo stesso ministro degli esteri russo Lavrov ha parlato di un piano di 15 punti e di un accordo vicino.
Le richieste di Zelensky agli americani, come si conciliano con le trattative in corso che sembra inizino a produrre dei frutti? Zelensky la vuole la pace o vuole continuare la sua guerra? Ragiona con la sua testa o è il fantoccio degli Usa?
La domanda non è peregrina
Roberta Labonia



