Sei Nazioni. Seconda sconfitta per l’Italia: battuta 31-14 in Inghilterra

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Basta un tempo all’Inghilterra per spazzare i fantasmi che si aggiravano dopo la sconfitta di una settimana fa contro la Scozia. A rimetterci è l’Italia che concede troppo nel primo tempo ed è troppo tardi quando prova a risalire la china

A Twickenham finisce 31 a 14, 5 mete a 2, punto di bonus per gli inglesi che in classifica superano l’Italia ma restano staccati da Irlanda e Scozia che viaggiano a punteggio pieno.

I bianchi della Rosa meritano per quanto fatto vedere. Squadra solida che contro gli azzurri ha badato all’essenziale. Possesso e dominio territoriale. Basta questo per mettere le mani sulla partita già nel primo tempo. Del resto l’Inghilterra la chiave per aprire la porta la trova subito.

E si affida alla rimessa laterale per costruire la piattaforma ideale da dove far partire la minaccia all’Italia. Da lì ci vuole poco a metterla sul fisico e superare la timida maginot azzurra.

Ci vogliono 12 minuti per metterlo in pratica: il primo giro di chiave lo dà Jack Willis, innescato dalle mani di Maro Itoje. Poi nell’ordine Chessum e Jamie George a finalizzare un paio di maul avanzanti che tagliano come il burro la difesa azzurra. In mezzo c’è il forfait del capitano Lamaro, fermato da un infortunio provocato da un placcaggio devastante proprio di Maro Itoje e il cartellino giallo di Lorenzo Cannone che ci lascia in 14 a scalare una montagna.

La disciplina alla fine peserà. E non perché l’Inghilterra abbia pervicacemente cercato l’acca dei pali ma per numero di minuti trascorsi con il pallone tra le mani: gli inglesi sanno essere efficaci, l’Italia meno irretita da una manovra costruita sulla continuità ma inesorabilmente fine a se stessa.