Sento e leggo polemiche sulla scelta in Toscana, peraltro votata dalla base, e su altre

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C’è un fortunato slogan pubblicitario che dice: “ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c’è…” e qui il nome di una carta di credito. La prima parte è verità assoluta.
Non si può comprare l’amore, anche se B la pensava in maniera differente. Ma neanche il rispetto, la considerazione, la stessa vita, anche se oggi, con una fornita carta di credito, la si può prolungare.
Ma sono molte le cose che non si possono comprare: avere un governo che faccia gli interessi di tutti, per esempio. Ma proseguendo: non si può comprare un ministro per le disabilità che faccia il suo lavoro e che di disabilità si occupi, e che non si limiti solo a controllare l’accredito del pingue stipendio. Non si può comprare una legge che restituisca dignità al lavoro, un’altra che ponga un limite minimo dignitoso, ai salari. Non si può comprare un governo che aiuti gli ultimi, i pensionati, i dimenticati e non gli evasori, i già ricchi, i garantiti, o che non faciliti l’accumulazione di denaro negli strumenti finanziari. O un governo che, semplicemente, rispetti i dettami della nostra bellissima costituzione.
Non si può comprare un’informazione decente, mentre con i soldi si può e si compra quella indecente. Eppure, senza comprarlo, perché non si poteva, un governo che ha pensato alle cose elencate sopra lo abbiamo avuto. E abbiamo avuto un Presidente, di quel governo, che al bene comune ha pensato.
Ha pensato ai disabili (200 milioni in più in bilancio, unica volta nella storia repubblicana, che una ministra leghista, nel governo guidato dal dragone, pensò bene di dimenticare in un cassetto). Pensò agli ultimi, ai dimenticati, ai disoccupati, ai pensionati, introducendo meccanismi di redistribuzione della ricchezza, che favorirono quelle categorie.
Si chiama Giuseppe Conte e venne fatto fuori per questo. Sì esattamente per questo.
Banalmente, è proprio questo il motivo che mi porta a difenderlo fino alla morte ed a respingere o non condividere gli attacchi alla sua persona, da qualunque parte essi vengano. Anche quelli che vengono da persone che stimo e che, ne sono certo, lo fanno in assoluta e sicura buona fede. A loro rispondo: il fine è quello di cacciare questa destra da qualunque parte e, per ciò che ci riguarda, come gruppo politico, di contare. Di mettere a terra i nostri programmi ed evitare che possano fare ciò che vogliono i “padroni del vapore” e i loro amici.
Sono un iscritto al Movimento 5 Stelle e cercherò con il mio modesto contributo di migliorare questo gruppo politico. Tenendo presente, sempre e ovunque, che idea migliore non esiste, e che non esiste, al momento almeno, chi possa rappresentare me e mio figlio disabile (lo ha già fatto) meglio del Presidente Giuseppe Conte.
Questi i fatti. Sulle ipotesi non vale la pena discutere.
Giancarlo Selmi