Lui è Emanuele Fiano, deputato del Pd, figlio di Nemo, sopravvissuto ad Auschwitz. Lei è Isabella Rauti, parlamentare di FdI, figlia di Pino, fondatore di Ordine Nuovo e già leader del Msi-Dn. Assieme ad altri candidati “minori”, i due si contendono l’altamente simbolico collegio di Sesto San Giovanni, già Stalingrado d’Italia per le percentuali “bulgare” che la sinistra, il Pci in particolare, vi otteneva.
Inutile rimarcare come la disfida tra Fiano e Rauti abbia acceso la fantasia dei giornali. Alla stampa – buon ultima Repubblica – non è parso vero poterla presentare come la contesa tra il figlio dell’ebreo deportato e la figlia del repubblichino fascista.
La lezione di Pino Rauti
Una “lettura” che senza dubbio c’è. A patto, però, di non trascurare l’altra, altrettanto calzante e che trova proprio nel collegio di Sesto San Giovanni il luogo di inveramento della più suggestiva tra le tesi di Pino Rauti: lo sfondamento a sinistra.
Pochi lo ricordano, ma da leader dell’opposizione interna (sì, il Msi-Dn praticava il metodo democratico, la sua leadership era contendibile ed esistevano le correnti) Rauti teorizzò l’abbandono dell’etichetta di destra, recuperando in compenso una più radicale critica al modello di sviluppo capitalistico.



