Due autori in particolare attendevamo con impazienza: Paolo Malaguti e Domenico Dara, i cui libri precedenti ci hanno emozionato e che adesso non vediamo l’ora di tornare a leggere
Paolo Malaguti lo abbiamo conosciuto con Il moro della cima, romanzo sulla storia del primo rifugio sul Monte Grappa, e dopo aver fatto quella scoperta abbiamo potuto apprezzarlo anche con Piero fa la merica e Se l’acqua ride. Ora torna in libreria con la sua ultima opera: Fumana (Einaudi). Cantore eccezionale del suo Veneto, capace di costruire personaggi ai quali non è possibile non affezionarsi, e autore che come pochi è in grado di raccontare la natura in tutte le sue accezioni. In questo ultimo libro un personaggio femminile straordinario: Il suo nome è Fumana, che nella bassa del Po vuol dire nebbia.
In quel mare pallido che copre ogni cosa come un mantello, a lei piace perdersi, e non ha paura di nulla.
Domenico Dara ci aveva impressionato con il suo folgorante esordio: Breve trattato sulle coincidenze, che insieme a Appunti di meccanica celeste e Malinverno, ci aveva portato nel piccolo e remoto borgo calabrese di Girifalco, per raccontare le storie di personaggi senza tempo, allo stesso tempo comuni e mitici, con una prosa assolutamente unica: ricercata e leggera insieme. Esce ora il suo quarto libro: Liberata (Feltrinelli).
Liberata Macrì ha un modo tutto suo di vivere: dattilografa a tempo perso, crede a quello che non si vede, convinta che sia l’invisibile la vera misura del mondo. E sogna a occhi aperti sulle pagine dei fotoromanzi che colleziona e custodisce con cura. Domenico Dara evoca un mondo in cui le persone e le cose apparentemente più semplici racchiudono saggezze, sollevando il velo del quotidiano per farne sprigionare l’incanto.
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