Già da giorni c’è l’aria delle grandi occasioni intorno al “cupolone”, con cardinali e presuli al seguito, e ovviamente giornalisti da tutto il mondo. L’appuntamento è visto da molti osservatori come una sorta di pre-Conclave con i massimi esponenti della Chiesa cattolica chiamati a scegliere la strada del futuro indicata da Bergoglio, nel solco del cammino sinodale, caro al pontefice. La cerimonia religiosa comincerà nel pomeriggio, previste anche le cosìdette “visite di calore” in cui i nuovi porporati incontreranno i fedeli di Roma e dei paesi di loro provenienza.
Venti i nuovi cardinali che Francesco chiamerà per guidare le diocesi del mondo. Tra loro ci sono sedici elettori, cioè coloro che hanno meno di ottanta anni, e potranno votare al prossimo Conclave. Inizialmente erano 21, ma uno di loro, mons. Lucas van Looy ha rinunciato in anticipo alla porpora per polemiche legate alla gestione del problema pedofilia.
Nella strada tracciata dal “papa delle periferie” emerge ancora una volta l’elemento della internazionalità, con una speciale attenzione al Sud del mondo, e il superamento delle sedi un tempo considerate tradizionalmente “cardinalizie” con una predilezione per le periferie, ovvero i territori di confine che storicamente non hanno mai avuto un cardinale.
La lista vede provenienze dall’Europa, sei nuovi cardinali dall’Asia, due dall’Africa, uno dal Nord America e quattro dall’America centrale e latina. In questo contesto saranno rappresentati quattro nuovi Paesi: Mongolia, Paraguay, Singapore e Timor Est. Nel collegio cardinalizio entrano inoltre 3 nuove famiglie religiose: gli eudisti, l’Istituto Missioni Consolata e i legionari di Cristo. I più numerosi nel Collegio cardinalizio sono i salesiani, 10.



