Quante volte ho sentito questa frase. Come se parlarne non servisse o non significasse poi fare, agire, impegnarsi.
Parlarne resterà sempre il primo passo fino a quando anche una sola donna sarà maltrattata. Perché solo chi è vittima può innescare quel processo lungo, doloroso e tortuoso che potrà portarla fuori dal vortice della violenza.
La denuncia è un passo decisivo ma, chiaramente, non è sufficiente per sconfiggere il problema. Le donne denunciano di più ma i numeri di donne ammazzate dagli uomini sono in costante crescita. In questo senso il nostro Paese ha bisogno di fare molta strada, perché non bastano le celebrazioni, serve impegno politico e il coraggio di affrontare il dramma in maniera strutturale.
In questo percorso un ruolo fondamentale svolgono le associazioni, che sono un imprescindibile anello di congiunzione tra chi subisce violenza e gli attori istituzionali che a tutti i livelli si adoperano per fornire a quelle donne gli strumenti per uscire dal tunnel maledetto.
È per questo che sono stata felicissima di accogliere l’invito di quelle associazioni che operano fattivamente sul mio territorio e rinnovare loro la mia più totale disponibilità a combattere in prima linea contro questa insopportabile piaga sociale.



