Si riapre la corsa alla Casa Bianca

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Sotto crescente pressione, nella giornata di domenica 21 luglio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di rinunciare alla corsa per la Casa Bianca offrendo il proprio sostegno alla sua vice Kamala Harris nella battaglia elettorale con Donald Trump, rimanendo però in carica fino alla fine del suo mandato, a gennaio 2025

L’evento ha dell’eccezionale: è la prima volta in oltre mezzo secolo in cui uno sfidante per la Casa Bianca rinuncia alla nomination ricevuta dal suo partito e, se la candidatura di Harris dovesse essere confermata dalla Convention democratica di fine agosto, si tratterebbe della prima volta che una donna afroamericana sia in lizza per diventare presidente degli Stati Uniti.

La rinuncia di Biden ha di fatto danneggiato la corsa del candidato repubblicano, limandone sensibilmente il vantaggio acquisito e stravolgendone la narrazione tutta basata sulla senilità e debolezza del presidente in carica.

Gli operatori hanno accolto con una buona dose di cautela la notizia, probabilmente piuttosto attesa, e l’attenzione si sposta ora sulla rapidità e l’efficacia con cui la sua campagna potrà avviarsi.

L’attenzione di questi e dei prossimi giorni rimarrà sull’evoluzione del quadro politico statunitense dal momento che i nuovi due sfidanti sembrano essere testa a testa nei sondaggi.

La vittoria dell’uno o dell’altra aprirà scenari molto divergenti per la geopolitica e il commercio mondiale e potrebbero aspettarci mesi di volatilità. Trump potrebbe accrescere i profitti societari attraverso tagli fiscali, ma anche aumentare le tariffe sui beni importati, il che sarebbe una cattiva notizia non solo per l’inflazione statunitense ma anche per gli esportatori in Europa e Asia.

Da Harris, invece, come già comprovato in un incontro in settimana, ci si attende una certa cautela per quanto riguarda la politica estera (nel solco di Joe Biden) ma con più fermezza nei confronti di Israele, una regolamentazione più stringente sulle banche e un atteggiamento più morbido e distensivo nei confronti della Cina.