SICILIA: DANNI DA MANCATI PAGAMENTI

0
84

LE IMPRESE EDILI FANNO CAUSA ALLA REGIONE

Palermo – Il Consiglio generale di Ance Sicilia ha  deciso di dare mandato ad uno studio legale affinché promuova un  ricorso collettivo delle imprese edili associate – ciascuna per le  proprie competenze – in sede civile e presso la Corte dei conti,  contestando alla Regione siciliana il danno (costituito dal danno  emergente e dal lucro cessante) arrecato alle stesse imprese  dall’omesso pagamento, protrattosi per oltre otto mesi, delle fatture  relative a forniture e lavori eseguiti.
Le imprese non vengono pagate da novembre del 2020 e, come è noto, per  adempiere ai propri impegni la Regione ha accumulato 4 mesi di ritardo  nell’approvare il proprio Bilancio (fine aprile scorso) e ulteriori 3  mesi “soltanto” per il riaccertamento dei residui passivi. E solo in  questi giorni sono stati resi disponibili in Cassa per pagare le  imprese circa 3,2 miliardi di euro.

Sarà, inoltre, segnalata alla Procura della Corte dei conti  l’opportunità di valutare un’azione per danno erariale, sempre nei  confronti della Regione, conseguente ai risarcimenti che  l’amministrazione dovesse essere condannata a riconoscere ai ricorrenti.

Quello di affidare commesse senza avere la necessaria copertura  finanziaria è un malcostume che l’Ance Sicilia denuncia da anni,  perché costringe le imprese a farsi carico degli oneri per i debiti  assunti dall’amministrazione regionale, sottoponendosi a  sovraesposizioni bancarie e costi che, prolungati fin troppo, portano  le imprese all’impossibilità di operare e, spesso, al fallimento. Un  metodo non più tollerabile, ancor più ora che alla crisi del 2007, mai  superata, si è aggiunta quella creata dalla pandemia da Covid-19.
L’Ance Sicilia si chiede se questi ritardi siano creati ad arte per  coprire una mancanza di liquidità, oppure se siano conseguenza di una  incapacità della macchina amministrativa di funzionare correttamente.  Ma in entrambe le ipotesi sono gravi le responsabilità, e non possono  essere le imprese a pagarne il conto.
La Regione dovrà essere politicamente ed amministrativamente più  veloce e competitiva, se non vuole mandare in necrosi il tessuto  imprenditoriale della nostra Isola e se vuole cogliere le future sfide  del “Pnrr”.

“La nostra azione – sottolinea il presidente di Ance Sicilia, Santo  Cutrone – è in questa fase rivolta a tutelare le imprese ed i  lavoratori dai ritardi registrati quest’anno, ma proseguirà con  successive iniziative sul piano dei principi normativi, anche per  evitare che simili situazioni si ripresentino negli anni a venire”.
Ance Sicilia, infine, promuoverà un’azione legale contro l’arbitraria  decisione della Regione di ridurre unilateralmente – e persino con un  ulteriore taglio del 5% all’anno, oltre a quello già operato nel 2013,  sempre del 5%, rispetto agli importi validi in sede nazionale – i  canoni di locazione dovuti contrattualmente per immobili presi in  affitto da privati, anche in questo caso arrecando un notevole danno  alle imprese edili proprietarie.