Silvio Berlusconi: “Ho salvato la nostra democrazia, la nostra libertà”

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Momento culminante del secondo giorno agli East end studios di Milano della convention di partito ‘La Forza dell’Italia’ è stato il videomessaggio di Silvio Berlusconi, presidente del partito, registrato nelle stanze dell’ospedale San Raffaele del capoluogo lombardo, dove è ricoverato dallo scorso 5 aprile. Alle prime immagini è scattata una standing ovation nella platea della kermesse

Berlusconi è apparso seduto a una scrivania, con dietro le bandiere italiana e europea, e ha esordito, con voce un po’ affaticata: “Eccomi, sono qui per voi, in giacca e cravatta dopo tanti giorni”.

“Qualche notte fa – ha raccontato –  qui al San Raffaele mi sono svegliato improvvisamente con una domanda in testa che non riuscivo a mandare via. ‘Ma come mai sono qui? Ma che ci faccio qui? Per cosa sto combattendo io qui?’. Vicino a me vegliava la mia Marta (Fascina, deputata e sua compagna, ndr). Anche a lei posi la stessa domanda. ‘Perché siamo qui?’. E lei mi disse “Siamo qui perché hai lavorato tanto, ti stai impegnando molto perché per salvare la nostra democrazia e la nostra libertà‘. E questo voglio ricordarlo, voglio raccontare anche a voi quel che ho pensato e passato, anche se so che il farlo mi emozionerà davvero”.

Il leader azzurro ha ripercorso i giorni tra il 1993 e il gennaio 1994 in cui maturò l’idea della sua discesa in campo, a partire da un incontro con i sondaggisti di Fininvest nel 1993 che gli preannunciarono “la vittoria dei comunisti” alle imminenti elezioni anticipate, e le successive tappe fino al suo annuncio in Tv con la Fondazione di Forza Italia: “In pochi mesi, con i miei più cari amici sapemmo dar vita all‘unico partito in Italia che è continuatore e interprete della tradizione liberale, della tradizione cristiana, della tradizione garantista, della tradizione europeista e atlantista e vincemmo le elezioni.

Questi valori sono in noi: ci appartengono perché sono quelli più naturali negli uomini liberi del ventunesimo secolo. Noi non siamo professionisti della politica, noi siamo uomini che vengono dal lavoro, dalle professioni, dall’imprenditoria. Anche in questo siamo diversi da loro”, che  “non hanno mai lavorato, hanno fatto solo politica, hanno parlato, parlato, parlato e soprattutto sparlato”.