Sistema Italia, Tajani: impedire guerra di dazi

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Dobbiamo impedire che nasca una guerra commerciale, dobbiamo far sì che si possa arrivare ad un obiettivo dazi zero di qua, dazi zero di là: non dobbiamo allontanarci, non dobbiamo reagire a dichiarazioni, dobbiamo soltanto far sì che la trattativa sia condotta in maniera seria da parte dell’Unione Europea. Io ho grande fiducia nel Commissario Maroš Šefčovič perché è un esperto commissario, è un abile uomo, capace di trattare anche con gli americani.

Bisogna avere pazienza. Ho parlato con loro anche oggi preoccupandomi molto della questione: in particolare quella vinicola, ma ci sono altri prodotti da tutelare per quanto riguarda i dazi. La partita è aperta, vediamo come andrà a finire”.

Cosi Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, dal palco dell’incontro organizzato dalla Coldiretti al Brixia Forum di Brescia intitolato “Cibo, motore economico dello sviluppo e della crescita del sistema Italia”.

“Noi continuiamo a parlare con la Commissione Europea, perché tocca a lei parlare. Dire “facciamo una trattativa individuale”, vuol dire fare una sciocchezza: si prende in giro la gente perché è il trattato che impone alla Commissione Europea, che ha una competenza esclusiva sulle trattative per il commercio, di fare la trattativa. E noi dobbiamo soltanto, confrontandoci con la Commissione Europea, tutelare i nostri interessi, compresi quelli della nostra agricoltura”.

“Questa è una battaglia importante che dobbiamo fare. Qualche risultato l’abbiamo ottenuto durante questa legislatura e questo governo. Io ricordo quando Prandini ha risolto il problema: guardava le produzioni agroalimentari, penso ai i salumi della Toscana e dell’Umbria, e in quel caso abbiamo convinto l’America ad aprire delle porte con cui adesso le cose vanno molto meglio. Abbiamo già deciso, aspettando di vedere cosa accadrà con la trattativa Stati Uniti-Europa, di dar vita ad un piano d’azione del governo per rafforzare la presenza dei nostri prodotti in giro per il mondo in altri Paesi. Paesi in cui già siamo presenti, Paesi nei quali si può rappresentare una grande popolazione. Paesi in cui possiamo produrre e esportare i nostri prodotti”.

“Noi siamo il paese al mondo che ha la più ampia vastità di prodotti da esportare. Questo rafforza le nostre posizioni. È chiaro che lavoreremo in maniera intensa. Io ho già organizzato una serie di visite. Penso al Messico.

Europa e Stati Uniti sono i mercati principali: non dobbiamo mai lasciarli, però se dovessimo perdere percentuali di export, andremmo a occupare spazio altrove. Il Giappone, l’Indonesia, la Corea, le Filippine, i paesi dell’area del Golfo. Stiamo lavorando anche per dar vita finalmente a quel corridoio alternativo alla Via della Seta, che serviva soltanto per raggiungere obiettivi politico-strategici per ringraziare la Cina, per dare vita alla Via del Cotone, quella che parte dall’India e che attraverso il Golfo e arriva a Trieste, porto fondamentale per distribuire prodotti e per far partire prodotti diversi dal nostro Paese”.

E poi un’altra realtà, l’India. L’India rappresenta una grande opportunità: ha più abitanti della Cina. Sono stato in quel paese poche settimane fa, per qualche giorno, con un business forum. Noi abbiamo già molte imprese che lavorano lì, ma adesso proprio a Brescia, tra qualche giorno, ci sarà un altro grande business forum con la presenza del Ministro del Commercio e dell’Economia dell’India Piyush Goyal. E vorrei che a quel business forum, qui a Brescia, ci fosse una partecipazione consistente di operatori del settore dell’industria agroalimentare, perché anche lì possiamo occupare spazi importanti”.