
Si massacrano giovani. Si occupano territori altrui. Si finanziano colonie illegali. Si umiliano donne e bambini. Si rinchiudono due milioni di persone a Gaza come fossero animali (anzi gli animali vengono trattati meglio)
Poi viene effettuata, in pieno Ramadan, un’incursione – all’interno di una moschea sacra per tutto il mondo islamico – che ricorda il pestaggio da “macelleria messicana” nella scuola Diaz di Genova. Dopo tutte queste indecenze partono alcuni razzi da Gaza e dalle zone “palestinesi” del Libano (razzi quasi sempre rudimentali, che grazie a Dio molto spesso non fanno danni e che io ho sempre condannato) e così il governo israeliano ha la scusa perfetta per bombardare. Ennesimi bombardamenti su Gaza, l’unica città al mondo dalla quale è impossibile fuggire quando piovono i missili. E bombe sul Libano. Solito schema insomma.
Quando alcuni giorni fa ho visto le imponenti manifestazioni dei cittadini israeliani contro Netanyahu ho pensato una cosa: tra pochi giorni bombarderanno Gaza. Ne ero sicuro. Perché le bombe uccidono e distraggono. E perché un governo in difficoltà cerca sempre di uscire dall’angolo buttandola sulla sicurezza del Paese in pericolo.
Attendo impazientemente le dichiarazioni di Salvini e Meloni su “Israele esempio di democrazia”. D’altro canto prendersela con il mondo musulmano è un classico. Anche se i fondamentalisti ora sono al governo in Israele. In tutto ciò si dimentica il centro della questione. In Palestina è l’esercito israeliano ad occupare territori non suoi. Ma a certe latitudini l’assioma dell’invaso e dell’invasore evidentemente non funziona.
P.S. Spero di tornare presto a portare aiuti e solidarietà nei campi profughi palestinesi in Libano.


