Finalmente l’allarme si sta diffondendo: il piano della von der Leyen per gettare l’intera Europa in un guerra infinita contro quella Russia che per almeno cinquant’anni è stata la ragione della crescita economica del continente e del mercantilismo tedesco, mette molti di fronte alla realtà di un potere che di fatto è incontrollabile dai cittadini ed è pervaso da logiche che non appartengono alla gente, ma ai poteri finanziari
. Meglio tardi che mai e tuttavia ci troviamo in una situazione di reale impotenza. Alcuni propongono strade istituzionali per sfiduciare Ursula, perché in fondo basterebbe poco, che il 10 per cento dei parlamentari presentassero una mozione di sfiducia e che 361 di questi, la metà più uno, votassero a favore. Ma si tratta con tutta evidenza di fantascienza. È pur vero che la von der Leyen vorrebbe evitare di presentare il suo piano di riarmo da 800 miliardi di euro al Parlamento di Strasburgo per non rischiare, più che una bocciatura, la presenza di una consistente spaccatura nella Ue.
Ma da qui a pensare che la truppaglia parlamentare europea si ribelli, ci passa un oceano. È la stessa che ha rieletto questo personaggio nonostante i pesanti scheletri nell’armadio su una contrattazione privata e segreta per l’acquisto dei vaccini: si tratta di un’assemblea che si compra facilmente e che ha perso qualsiasi credibilità. Del resto basta vedere chi sono i commissari passati al vaglio dell’assemblea per accorgersi che ci vuole proprio una corte dei miracoli per affidarsi a costoro.
Davvero possiamo pensare che la von der Leyen possa essere allontanata quando Macron in un discorso assolutamente delirante, dice che la Russia è diventata un pericolo per la Francia e chiede ai cittadini sacrifici per il riarmo, senza che l’Assemblea nazionale abbia nulla da dire? No la Ue è irriformabile dal suo interno, attraverso i sistemi istituzionali: è un costrutto nato proprio per questo, per fare la volontà di chi comanda davvero e che vuole continuare la guerra ad ogni costo, ma che soprattutto vuole speculare senza ritegno e continuare a trasferire soldi verso i vertici del potere reale.
Che sia il Net Zero o che sia la guerra si cerca in ogni modo di saccheggiare i bilanci perché i soldi scorrano dalla gente verso i ricchi. E badate che entrambe le cose sono delle totali assurdità: in particolare una guerra contro Mosca portata dalla sola Europa non è nemmeno concepibile allo stato delle cose, né certamente interessa ai russi che di territorio e di risorse ne hanno fin troppo. In realtà lo sfondo sul quale questo psicodramma si svolge è di carattere essenzialmente speculativo: si tratta di trasformare l’economia europea ormai in affanno in economia di guerra nella quale è molto più facile chiedere ai poveracci sacrifici che poi andranno a beneficio di pochi. Tra l’altro, come ho già avuto modo di dire 800 miliardi sono in fondo pochi per poter davvero riarmarsi al livello della Russia e in ogni caso ci vorranno molti anni prima che una sufficiente produzione europea possa essere sviluppata: comunque troppo tardi per l’Ucraina e tardissimo per Zelensky che ha ormai il destino segnato.
L’obiettivo vero, oltre a fingere una rilevanza per l’Europa la cui obsolescenza come protagonista planetario è sotto gli occhi di tutti e strappa persino pietosi sorrisi, è quella di aumentare l’incertezza, la paura, la necessità e la mancanza di qualsiasi scudo in vista di un incerto futuro: si tratta della strada maestra per ammansire ancora di più il gregge.
Tuttavia parrebbe che non ce ne sia poi tanto bisogno: nessuno vuole la guerra e tanto meno rischiare di andare al fronte, ma le manifestazioni in programma per questo mese di marzo che si chiama così da Marte il dio della guerra, sono prevalentemente in appoggio a un intervento europeo e a più Ue, organizzato da cespugli e ramoscelli di olivo che continuano imperterriti nella farsa di essere di sinistra. Tutto questo meriterebbe invece la nascita di una disobbedienza civile per mostrare come proprio dall’opposizione alla guerra possa nascere di nuovo la politica e la capacità di determinare il nostro destino. Ma anche questo è fantascienza, non quella che Jack London descrisse nel Tallone di ferro, ovvero una rivolta contro le oligarchie economiche, ma un adeguarsi a ogni cosa e condizione.
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