Sospesi tre autisti in appalto Amazon per non aver caricato tutti i pacchi, la protesta di Filt Cigl

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Sospesi con effetto immediato per non aver caricato sul furgone tutti i pacchi assegnati dall’algoritmo di Amazon. È successo a tre autisti dipendenti di Team Work Srl, società in appalto presso il magazzino del colosso dell’e-commerce a Calderara di Reno (Bologna). Lo denuncia la Filt Cgil: “I lavoratori, per ragioni di sicurezza, non hanno caricato gli ultimi pacchi cosiddetti over, cioè di volume e peso superiore, e la loro società il successivo giorno lavorativo gli ha consegnato le lettere di sospensione dal lavoro con effetto immediato, senza neppure attendere le giustificazioni del lavoratore” spiega il sindacato.

“La ragione principale di un provvedimento così spropositato (le sospensioni cautelari sono previste in casi di furto o violenza sul luogo di lavoro) è evidentemente quella di terrorizzare i lavoratori e le lavoratrici, affinché non si permettano di non caricare tutto quello che un algoritmo dispone venga caricato e consegnato. E ciononostante, secondo le normative applicate nel nostro Paese, sia proprio l’autista ad essere responsabile del carico e della sua sistemazione sul furgone” scrive il sindacato in una nota. Gli autisti sospesi lavorano per l’azienda più grande delle cinque impegnate nel magazzino: occupa stabilmente 90 autisti su 250, ma in queste settimane di picco, in vista degli acquisti per Natale, arriva a 120-130.

Stamattina si è tenuta un’assemblea dei lavoratori. “Abbiamo richiesto un incontro all’azienda ma siamo anche pronti a scioperare con tutti i colleghi dei tre lavoratori vittime di questo atteggiamento ritorsivo e intimidatorio della società Team Work, qualora i provvedimenti non venissero subito ritirati” sottolinea il sindacato, secondo cui “in un Paese come il nostro, dove il numero degli infortuni sul lavoro è un bollettino di guerra, è vergognoso un comportamento aziendale del genere che tende a colpire con queste modalità arroganti e aggressive i lavoratori secondo un classico adagio: Colpirne uno per educarne cento”.