Il primo bando del PNRR per le infrastrutture di ricarica non si è concluso coi risultati sperati. Selezionati solo i progetti nei centri urbani
Il primo bando 2023 dedicato alla misura del PNRR per lo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica non si è chiuso con risultati sperati. Se da un lato sono stati selezionati oltre 4700 progetti per realizzare le cosiddette “colonnine” nei centri urbani, altrettanto bene non è andata per le superstrade, dove si puntavaa 2500 stazioni di ricarica.
“In merito all’Avviso pubblico per le ricariche sulle superstrade, non è stato possibile selezionare progetti, in quanto le poche proposte progettuali presentate non avevano i requisiti di ammissibilità alla misura” fa sapere in un comunicato del 3 luglio 2023 il Ministero dell’Ambiente e dellaSicurezza Energetica. Assegnati quindi solo una parte dei fondi previsti dalla prima tranche del PNRR, piano che per l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica prevede entro dicembre 2025 investimenti complessivi di oltre 741 milioni di euro.
La mobilità basata su veicoli elettrici rappresenta una importante opportunità di decarbonizzazione.
Tra i principali ostacoli, soprattutto lungo le tratte extraurbane, vi è la scarsa diffusione delle stazioni di ricarica. Per raggiungere gli obiettivi europei occorre arrivare a un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli nel 2030: si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida.
L’investimento del PNRR prevede quindi lo sviluppo di 7.500 stazioni in superstrade e di oltre 13.000 nelle città, a cui si aggiungeranno 100 punti di ricarica sperimentali volti allo stoccaggio dell’energia. Volendo fare paragoni in termini di ambizione, la Germania possiede attualmente circa 90.000 punti di ricarica pubblici, ma mira ad averne un milione entroil 2030.
Inoltre, il 29 giugno scorso il Ministero dei trasporti tedesco ha annunciato fino a 900 milioni di euro (aggiuntivi rispetto al piano approvato ad ottobre che già prevede una spesa di 6,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni) per espandere le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici per le famiglie e le aziende. Per quanto riguarda il PNRR italiano, al fine di adottare le misure più opportune per stimolare una più ampia partecipazione, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica fa sapere di essersi già attivato con gli operatori interessati per individuare le motivazioni che hanno portato alla scarsa adesione.
Francesco Naso, segretario di Motus-E, associazione che rappresenta le aziende che operano nel comparto, in un articolo apparso su La Repubblica il 3 luglio ha commentato: “Ci siamo comunque impegnati nel dare una mano alle imprese. C’è il problema degli impianti sulle superstrade. Su quella parte ci aspettavamo un risultato del genere. È andata meglio per quanto riguarda i centri urbani, ma è chiaro che vanno rivisti icriteri per i prossimi bandi per evitare che una parte delle risorse non venga assegnata. Sarebbe un peccato”.
Del resto, il numero di colonnine in Italia è comunque in crescita. Sempre secondo dati Motus-Enel nel primo trimestre dell’anno sono stati installati 4.401 nuovi punti di ricarica a uso pubblico, che portano il totale nazionale a quota 41.173 punti. “Per dare un’idea del tasso di crescita messo a segno, nel periodo gennaio-marzo 2023 sono stati posati in media circa 340 nuovi punti di ricarica a settimana”, si legge in uncomunicato stampa del 4 aprile. “Un valore mai toccato prima, che ha contribuito a far raggiungere i 13.316 punti di ricarica installati negli ultimi 12 mesi (+47,8%). Nell’arco di due anni esatti i punti di ricarica presenti in Italia sono praticamente raddoppiati: da 20.757 a 41.173”.
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