Ecco di cosa si tratta. Nata per esplorare altri pianeti, dal 2025 potrebbe trasformare il nostro
Sono passati 225 anni da quando nel 1798 il chimico e fisico italiano Alessandro Volta progettò e costruì il primo dispositivo al mondo per generare elettricità. La sua Pila costituita da dischi di Rame e dischi di Zinco inframezzati da un tessuto imbevuto di una soluzione acida e salina ha resistito per quasi tutto il XIX secolo ed è stata poi gradualmente sostituita da dispositivi sempre più efficaci e con una resa maggiore.
Attualmente le batterie più utilizzate, sono quelle a ioni di Litio che oltre ai molteplici vantaggi della resa possono essere facilmente ricaricate. Questo tipo di batteria però non è amica dell’ambiente in quando i processi industriali per ottenere il Litio utilizzano grandi quantità di acqua e hanno bisogno di alte temperature ottenibili solo con la combustione e quindi con il rilascio di ingenti volumi di gas serra.
Ma recentemente e quasi per caso come sempre accade nelle migliori scoperte, alcuni ingegneri della NASA impegnati a costruire dispositivi di produzione di ossigeno per favorire la colonizzazione dello spazio e in particolare del pianeta Marte si sono accorti di una cosa. Le celle a combustibile, capaci di sfruttare l’anidride carbonica per ottenere aria respirabile, oltre a funzionare come generatori, possono funzionare anche come accumulatori di energia. Risultato? E’ nata una batteria alimentata da Carbonio e ossigeno! La scoperta è stata così rilevante da far nascere una nuova Startup, la Noon Energy con l’obiettivo di sviluppare batterie carbonio-ossigeno per il mercato di massa.
Non vi diremo come funziona una batteria di questo tipo perché non vogliamo entrare troppo nei tecnicismi, però vi diciamo che è estremamente economica, non utilizza metalli pesanti e immagazzina energia all’interno di un gas naturale con un bassissimo impatto ambientale. L’uovo di Colombo? No, ci sono dei limiti, più piccole sono queste batterie e meno durano, e questo al omento le renderebbe inadatte per un automobile a meno che non si voglia guidare un auto con la “gobba”.
Tuttavia pensando più in grande, potrebbero essere utilizzate per immagazzinare enormi quantità di energia derivanti per esempio da altre fonti rinnovabili, al posto di quelle di Litio i cui costi sarebbero proibitivi. Ciò renderebbe possibile la creazione di una rete energetica del futuro a bassissime emissioni e interamente rinnovabile. Tra pochi anni forse già nel 2025 i primi prototipi saranno lanciati sul mercato e vedremo di cosa saranno capaci.



