Sotto a chi tocca

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Se non sarà lei, sarà uno scelto da lei. Se c’è una ragionevole certezza, stavolta toccherà a Giorgia Meloni. Candidarsi a sindaco? Magari, ma non pare questa l’aria dalle sue parti. Anche se stravincerebbe. Ma la leader di Fratelli d’Italia ora ha in testa un progetto politico più ampio e punta più in alto. Alle ultime comunali del 2016 la coalizione di centrodestra non fu compatta. Ci furono troppe candidature prima della sua, con i nomi più diversi. E la spaccatura arrivò anche perché si perse troppo tempo ora nel discutere ora nel porre veti. Più che rivangare quel triste periodo, conviene farne tesoro: anche perché dall’elezione diretta del sindaco in poi quella fu l’unica volta che a contendersi il Campidoglio al ballottaggio non ci arrivò la destra, dal 1993 in avanti protagonista orgogliosa di grandi battaglie popolari. Ma in quel 2016 della Raggi nacque anche una leader autentica, proprio Giorgia Meloni. Alle comunali di Roma dimostrò tempra e capacità di consenso. Diventò – da quel voto in poi – l’unica leader spendibile per una destra italiana che faticava a riorganizzarsi dopo una diaspora infinita seguita ai percorsi incomprensibili di Gianfranco Fini (che non ha comunque tutte le colpe del mondo, perché in tanti crebbero politicamente a colpi di ossequiosi sissignore).                                                                         Francesco Storace