SPIROPALI: L’ALBANIA HA SUBÌTO MA HA SCONFITTO TUTTI I TOTALITARISMI

0
26

Messaggio della nuova Presidente del Parlamento di Tirana dalla solenne cerimonia di porto Palermo in ricordo dei martiri di tutte le dittature

La Presidente dell’Assemblea parlamentare albanese, onorevole Elisa Spiropali, ha partecipato ieri all’evento intitolato “L’altra Porto Palermo – Commemorazione dal campo”, organizzato nel territorio comunale di Himara dall’Autorità per l’informazione sui fascicoli e l’ex sicurezza di Stato, in collaborazione con il Centro nazionale del Libro e della Lettura e con la Giunta comunale, in occasione della Giornata europea in memoria delle Vittime di tutti i regimi totalitari.

Sopravvissuti del campo di Porto Palermo, rappresentanti dell’Associazione nazionale anticomunista degli ex perseguitati politici, parlamentari, capi di istituzioni indipendenti, rappresentanti del governo locale dei comuni di Himara, Saranda e Konispol, unitamente al responsabile dell’ambasciata ungherese Adam Lovassy e a numerosi cittadini, hanno partecipato al sentito evento.

Durante l’incontro, i rappresentanti delle Istituzioni presenti hanno condiviso le rispettive testimonianze della vita nei campi di prigionia di Porto Palermo; contributi rafforzati dalla lettura delle poesie tratte dal libro “Porto Palermo, parole di pietra e altre poesie” dello scrittore Luan Rama.

Nella fortezza Himariota è stata infine inaugurata una mostra di ritratti degli ex prigionieri della fortezza, opera dell’artista Lek Pervizi.

Spiropali ha sottolineato che “il 23 agosto è stato sancito dal Parlamento europeo come Giornata europea in memoria delle vittime del comunismo e del fascismo. Una giornata di omaggio e di ricordo per quelle decine di milioni di vite umane divise a metà, quei drammi e tragedie personali dell’intera società umana causati da questi due radicalizzati regimi ideologici, due estremità dello stesso abisso, due facce della stessa moneta criminale del nazifascismo e del comunismo”.

“Per almeno due anni, dal 1949 al 1950 – ha aggiunto Spiropali – questo Paese ha rischiato di diventare una tomba di sogni e una montagna di infinita sofferenza umana. Ma i due Alessandri, Mirakaj e Pervizi che sono qui, come sopravvissuti a quel periodo selvaggio, sono la prova che nulla a questo mondo può essere più forte dell’essere umano; quel male cadde sulla pietra e si spezzò”.

Uno di questi testimoni assoluti è il figlio di Dhermi e di tutta l’Albania, lo scrittore antifascista Petro Marko, avversario di ogni regime, spirito libero dalla letteratura e “soldato della libertà”: prima di essere rinchiuso in esilio nell’isola italiana di Ustica, egli fu esiliato nella propria terra natale.

La Presidente dell’Assemblea ha affermato che “oggi ricordiamo con dolore e rispetto gli 82 uomini, 62 donne e 37 bambini che hanno vissuto con la morte nelle segrete di questo castello per 13 mesi. La persecuzione comunista è una parte oscura della storia moderna degli Albanesi, purtroppo ancora poco conosciuto e poco compreso in tutta la sua complessità; parte di una tragedia che ha conquistato quasi mezzo mondo e ha reso cupo e tragico questo nostro piccolo cosmo albanese. Il campo di Porto Palermo è anche uno dei luoghi più dolorosi. Deve essere studiato, esposto e, proprio come i virus che vengono uccisi quando escono alla luce del sole, deve essere illuminato dal riconoscimento per separarsene una volta per tutte”, ha proseguito Spiropali: “La persecuzione che ha colpito anche Petro Marko ha segnato come prigionieri dapprima i comunisti che combattevano per la liberazione del Paese, e poi gli anticomunisti che volevano un’Albania rivolta verso Occidente”.

La Presidente dell’Assemblea parlamentare ha dichiarato che la gestione della questione delle vittime del totalitarismo, dei loro discendenti e delle ex vittime politiche, nel contesto di una democrazia liberale, quale è l’attuale società albanese, è una questione complessa: “Prima di tutto è una questione politica, nel senso che la società, lo Stato e le istituzioni devono riconoscere le dimensioni di questo trauma politico e sociale. Poi è una questione economica, poiché nessun importo di risarcimento può riportare in vita le vite perdute, sanguinanti e mutilate. Dobbiamo e vogliamo creare le condizioni affinché le libertà economiche e i liberi mercati siano l’accesso e la destinazione di questo gruppo sociale”, ha concluso Spiropali.