Stabilimenti balneari, accessibili fino a quando?

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Sole, caldo, cessazione delle restrizioni Covid. Nonostante una situazione internazionale tesa e le criticità sui prezzi, torna prepotente la voglia di vacanza e di mare.

Anche perché, secondo alcuni, quella del 2022 potrebbe essere l’ultima con un accesso agli stabilimenti ancora alla portata. In Senato è infatti in discussione un emendamento con il quale il Governo si fa autorizzare dal Parlamento a ridisegnare la procedura per l’assegnazione delle spiagge in concessione, che nasconde moltissimi non detti.

Il rincaro inevitabile dei prezzi ai clienti, il possibili affermarsi delle multinazionali, anche estere, sulle nostre coste, l’applicazione automatica di norme pensate per i balneari a settori per i quali non sono compatibili: come porti, alberghi, forse impianti di risalita sciistici. Un guazzabuglio, proviamo a spiegarlo.

L’Europa dice: se affidi a un privato un servizio pubblico devi fare una gara, è la cosiddetta Direttiva Bolkestein, poi chiede all’Italia di applicarla anche alle spiagge. Che però non sono un servizio e c’è una bella differenza. Se un imprenditore perde una gara per una mensa scolastica o una linea di trasporto, perde un solo cliente. Se un imprenditore perde la gara per l’affidamento di una superficie, perde l’azienda che vi ha impiantato, i beni immobili che ha costruito, le attrezzature di produzione del reddito, gli investimenti effettuati, le risorse spese per formare il proprio personale e tutti i clienti. Contemporaneamente.