Lo stato di emergenza, in cui l’Italia si trova da ormai due anni, è una condizione giuridica che si può attivare in caso di eventi eccezionali e che garantisce al governo poteri straordinari per proteggere i cittadini e agire più in fretta. In emergenza l’esecutivo ha infatti la possibilità di varare decreti (i cosiddetti dpcm) resi subito effettivi senza che prima vengano approvati dal Parlamento.
Questo implica che, senza lo status emergenziale e ripristinato il consueto ordine delle cose, le procedure potrebbero rallentarsi. Inoltre potrebbero subire modifiche le strutture che aiutano il governo nella gestione della pandemia, tra cui il Comitato tecnico-scientifico (che potrebbe essere eliminato o quantomeno ridimensionato) e quella gestita dal generale Francesco Paolo Figliuolo.
Stato di emergenza: senza la proroga Figliuolo resta?
Come evidenziato dal direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, quest’ultimo potrebbe però rimanere alla guida della macchina organizzativa dei vaccini per gestire la situazione pandemica e pianificare le immunizzazioni senza urgenza.



