Stiamo viaggiando incoscientemente verso una catastrofe

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1994 Alluvione in Piemonte - Flash flood in Piemont - Alessandria quartiere Orti

Ormai il danno diventa sempre più comune e il mezzo gaudio che secondo il proverbio ne dovrebbe derivare si trasforma in grande dolore e forte rabbia per il numero di morti e distruzioni che stanno ripetutamente sconvolgendo interi Paesi. E non è il fuoco di eruzioni vulcaniche, né è il sommovimento di scosse sismiche. È l’acqua che cade con talora inusitata violenza e in eccezionale quantità sommergendo tutto quello che trova e con la violenza che accumula porta via tutti i beni “mobili” che trova lungo la sua strada.

Negli ultimi mesi è successo in Belgio, Germania, Austria, Polonia, Francia, Slovenia, Italia, e in questi giorni in Spagna. Qui nella provincia di Valencia, in Andalusia c’è stata la “Dana” un acronimo che indica una “Depresion Aislada en Niveles Altos”. Il fisico del clima del CNR, Antonello Pasini spiega bene cosa è successo a Valencia. Il maltempo feroce che l’ha colpita fa parte della Dana, fenomeno meteorologico tipico della Spagna e del Mediterraneo occidentale che si scatena proprio quando una massa d’aria fredda – ad alta quota – si “isola” dal flusso principale formando una depressione cieca. Da qui un fortissimo contrasto con l’aria calda e umida a bassa quota, che ha innescato temporali intensi. E aggiunge: “I colleghi climatologi spagnoli mi dicono che fenomeni meteo come quelli di Valencia ci sono già stati, ma una violenza simile non si era mai vista in cent’anni“.
Mai vista una Dana così intensa

E come mai si è ora scatenata con tanta violenza? Naturalmente, risponde Pasini, intervengono i cambiamenti climatici: “E anche se ancora non sappiamo se gli eventi meteo estremi saranno più frequenti, sicuramente sappiamo che sono diventati più violenti”. E ancora: “L’alluvione su Valencia non è un fenomeno rarissimo, ma con il riscaldamento globale diventa più intenso”.

Così stanno le cose e la tragedia spagnola ne è l’ennesima dimostrazione. Dimostrazione che alla base di tutto c’è il mutamento climatico provocato da mani umane. E non c’è negazionismo che lo può negare.
E chi lo nega sembra dire “Libero” (31 ottobre 2024) che titola “L’occhio al caffè” di Daniele Capezzone: “Capezzone punge Mario Tozzi: Valencia? I talebani del clima prima fanno festa, poi vogliono zittire tutti”. E in questo suo mattutino caffè sui temi dei quotidiani nazionali c’è anche il tema dell’alluvione di Valencia. E su questo Capezzone è chiaro: “Noi di Libero abbiamo messo in luce che i disastri spesso accadono per la negligenza dell’uomo, prova ne sono gli alert ritardati in Spagna”.

E così è tutto più chiaro anche per noi: il mutamento climatico è sì causato da mano umana, ma non dalle emissioni in atmosfera delle porcherie dei gas serra che si continua ad immettere perché fa comodo ai produttori di petrolio, metano e carbone, ai costruttori di automobili a benzina e via elencando; non da tutto questo, ma dai responsabili, sempre umani, della protezione civile che tardano ad avvertire la popolazione che meglio sarebbe che non ci fosse. Valencia è l’ultima goccia, la “goccia fredda” della Dana è il caso di dire, che ha fatto traboccare un vaso stracolmo spargendo il giusto terrore di non sapere se, dove e quando colpirà il prossimo evento.

Di Ugo Leone