Il Consiglio dei ministri ha approvato il primo decreto legislativo attuativo della legge delega per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria. Un provvedimento, ha sottolineato il ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, con il quale “il tabù del numero chiuso è stato infranto” e che prevede un aumento “graduale e sostenibile” dei posti disponibili per medicina (+30 mila dal 2023 nell’arco dei successivi 7 anni), definito sulla base dei “fabbisogni”.
La riforma prevede l’abolizione del test d’ingresso già a partire dal prossimo anno accademico con la previsione di un semestre filtro durante il quale gli studenti studieranno discipline qualificanti comuni nelle aree di scienze biologiche, chimiche e fisiche. Contemporaneamente gli studenti iscritti a medicina dovranno iscriversi ad un altro corso di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria all’interno del quale potranno utilizzare i crediti formativi maturati qualora, al termine del semestre filtro, non rientrino nella graduatoria per proseguire a medicina.
“È un percorso certamente innovativo” ha osservato Bernini durante il punto stampa al termine del Consiglio dei ministri, a sostegno del quale “metteremo dei fondi”, oltre ai 23/25 milioni già erogati nel 2024 agli atenei, “per fare in modo che le strutture siano progressivamente sempre più pronte ad accogliere la formazione degli studenti non solo nel semestre caratterizzante ma soprattutto dopo perché l’apertura sarà ormai inarrestabile”.
L’iscrizione al secondo corso di laurea sarà comunque gratuita relativamente al primo semestre e lo studente mantiene comunque la facoltà di iscriversi a un corso di studio al di fuori dell’area di Scienze della Salute.


