Bandiere a mezz’asta al palazzo della Regione Calabria in segno di lutto per la strage del peschereccio naufragato a poca distanza dalle coste ioniche del Crotonese a causa delle ostili condizioni atmosferiche dopo una traversata di quattro giorni e la partenza da Izmir in Turchia
A indire la partecipazione della amministrazione regionale alle manifestazioni di solidarietà e vicinanza alle famiglie vittime dell’ennesima tragedia del mare – risultato di una politica unitaria europea assente e divisa sul piano ideologico – è stato il Governatore calabrese Roberto Occhiuto: “Siamo storicamente una Regione solidale, che negli anni ha accolto 18mila migranti con il cuore aperto e mobilitando tutti i servizi pubblici, di sicurezza, sanità e volontariato competenti. Non posso però omettere di sottolineare l’urgenza che sia l’Europa a battere un colpo, perché le istituzioni locali non possono essere lasciate da sole a gestire un fenomeno di ampiezza tale da riguardare sia la rotta africana, sia quella orientale. È assurdo – ha aggiunto Occhiuto – che negli ultimi anni la traiettoria tra la Turchia e la Calabria si sia consolidata nella più generale indifferenza”.
Dalla prefettura di Crotone, presente il ministro degli interni Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Calabria ha proseguito: “Chiedo al Governo nazionale di continuare a fare quello che sta facendo, vale a dire di chiedere all’Ue di rendersi conto che il nostro Paese è il confine dell’Europa con 7mila chilometri di costa, e la Calabria è un pezzo importante di questo confine. Non si può delegare una questione così gigantesca, dai profili umanitari e di sicurezza oltre le singole capacità nazionali, ai sindaci, ai prefetti e alle istituzioni locali senza il contributo della UE”.
Viene da chiedersi infatti che cosa non abbia funzionato nell’ambito del sistema Frontex, il servizio ideato anni fa con l’obiettivo di essere una sorta di polizia di frontiera europea, dal momento che la Turchia – al netto delle conseguenze della gravissima emergenza sismica – riceve sovvenzioni miliardarie da Bruxelles per vigilare sulla rotta orientale dei movimenti migratori, e che non è assolutamente concepibile, con le tecnologie satellitari a disposizione, che un peschereccio in condizioni precarie e con a bordo 200 persone – tra cui molte donne e bambini – non fosse stato intercettato preventivamente e messo in sicurezza fin dalla prima parte del tragitto, magari in prossimità delle acque greche, al che non piangeremmo oggi l’ennesimo fallimento umano e istituzionale.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




