
I crediti di imposta incagliati nei cassetti fiscali delle imprese che hanno operato nell’ambito del Superbonus 110% devono essere sbloccati e la platea dei cessionari ampliata, prevedendo la possibilità per banche e società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di PMI, e valutando anche il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A..
È l’impegno che chiediamo al Governo nello schema di risoluzione appena approvato (Atto n. 1205), in esito all’istruttoria sull’affare assegnato sulle questioni relative alla fruizione degli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
Sono mesi che lottiamo affinché il Superbonus 110% venga rimesso in condizioni di far lavorare la filiera edile, che l’anno scorso ha contribuito in maniera rilevante all’aumento del 6% del PIL e che adesso, invece, si trova di fronte al blocco del mercato dei crediti di imposta. Le cessioni in attesa di accettazione da parte dei cessionari ammontano a oltre 5 miliardi di euro, secondo un’indagine pubblicata dal Centro Studi della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) a maggio 2022
. Tutto a causa dei numerosi interventi normativi che si sono susseguiti sulla disciplina della cessione del credito, che hanno comportato per le imprese di costruzioni notevoli difficoltà, con una gravissima crisi di liquidità che si ripercuote sull’intero sistema.
È per questo che chiediamo al Governo di adottare, in tempi estremamente celeri, ogni opportuna iniziativa, anche di carattere legislativo, volta a garantire le più ampie possibilità per le imprese del settore di operare nell’ambito degli interventi previsti dal Superbonus 110%


