Il riconoscimento” dello Stato di Palestina “è un atto formale importante, e noi siamo concretamente favorevoli. Ma oggi non ci sono i presupposti concreti per uno Stato palestinese. Dobbiamo costruire le condizioni per uno Stato che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele. La reciprocità non è secondaria. Gaza e Cisgiordania dovrebbero essere riunificate. Le Nazioni Unite potrebbero guidare una missione di caschi blu a guida araba per garantire la stabilità della Striscia, l’Italia sarebbe pronta a partecipare”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Antonio Tajani, ministro degli Esteri.
“Però non possiamo riconoscere qualcosa che di fatto non esiste, ripeto che il riconoscimento deve arrivare alla fine di un percorso, quando ci saranno tutti gli ‘ingredienti’ costituzionali di uno Stato – afferma – A settembre, all’Assemblea Onu se ne discuterà in maniera approfondita, ma intanto dobbiamo raggiungere il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”. Nel frattempo, assicura Tajani, si continua con gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza e “siamo in grado di farlo soltanto in forza del nostro rapporto con Israele”.
“La nostra condanna per quello che accade è chiara, l’hanno ribadito sia Mattarella sia Meloni. Quel che sta facendo il governo israeliano è oltre la linea rossa. Con i coloni violenti bisogna inasprire le sanzioni. Ed è assurdo sparare contro una chiesa o assaltare villaggi cristiani in Cisgiordania. I cristiani sono un elemento di stabilità in tutto il Medio Oriente, impermeabili ad Hamas. Perseguitarli non è utile nemmeno a Israele, significa rafforzare Hamas”, sottolinea.



