Summit plenario a Roma tra il nostro Vicepremier e Ministro degli Esteri con la collega e omologa albanese Olta Xhacka e con i Ministri titolari delle deleghe diplomatiche degli altri Paesi della penisola balcanica
L’Italia e l’Unione Europea non possono più permettersi di rinunciare ai Balcani occidentali, la cui integrazione in ambito UE deve procedere abbracciando la totalità della macroregione e assicurando certezza di tempi nella rigorosità delle procedure previste di adesione.
Lo ha dichiarato il nostro Vicepremier e Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani nel più recente summit plenario nel quale ha convocato e riunito, a Roma, i Ministri titolari delle attività e funzioni diplomatiche degli Stati facenti parte dell’area del West Balkans.
Una realtà geopolitica e geoeconomica rispetto alla quale il Governo Meloni, d’intesa con la Commissione di Bruxelles – rappresentata per l’occasione dal commissario Oliver Varhelyi – ha deciso, fin dal proprio primo insediamento a palazzo Chigi, di assumere una diretta iniziativa a favore della sicurezza e della stabilità come prerequisiti per accrescere il ruolo e il protagonismo economico e politico italiano e comunitario allontanando i rischi connessi alle influenze giocate da Paesi terzi.
Non si tratta, ha ribadito con chiarezza Tajani, artefice del successo della conferenza di Trieste di fine gennaio scorso, di concedere sconti in merito alle riforme che devono essere realizzate nei Paesi in questione; semplicemente, Bruxelles, con il pressing di Roma, deve farsi garante di una tempistica certa, senza eccessive dilatazioni burocratiche, e soprattutto di un esito positivo atteso da popolazioni il cui livello di europeismo rischia altrimenti di venire frustrato e depresso.
La priorità è divenuta irreversibile a seguito della guerra russa in Ucraina, e si traduce nella presa in carico di scenari che non solo unicamente economici ma comportano effetti politici su questioni centrali come il governo comune e sovranazionale dell’immigrazione da oriente, per esempio, e come la lotta alle delocalizzazioni.
Nel corso del colloquio con la propria collega Olta Xhacka, Ministra degli affari esteri nel governo Rama – che con la Premier Giorgia Meloni ha instaurato una forte intesa personale e istituzionale ribadita nel più recente Vinitaly – il Ministro Tajani ha espresso dichiarazioni di plauso sulle iniziative intraprese dall’Albania nel campo delle riforme, nel settore dell’apertura dei mercati strategici e degli incentivi economici e nell’ambito delle attività di sostegno in ambito ONU e NATO a favore della causa Ucraina e contro l’aggressione russa.
In qualità di responsabile del processo di Berlino, progetto che punta a consolidare i progressi della coesione interna e del cammino europeo delle Nazioni balcaniche, l’Albania – è stato dichiarato da Olta Xhacka – continuerà la propria convinta collaborazione con le istituzioni Italiane e di Bruxelles, e porterà avanti con il governo di Roma una serie di collaborazioni per progredire ulteriormente sulla via delle sinergie in campo economico commerciale ed energetico, in ragione delle affinità e delle similarità che contraddistinguono in maniera complementare i nostri due Paesi.
La strategia del ministero italiano prevede, accanto alla forte azione di tipo diplomatico, una intensa attività promozionale che – attraverso lo strumento dei business forum bilaterali in ciascun Paese balcanico – porti gli investitori italiani, incluse le piccole e medie imprese, a interagire con le istituzioni pubblico private e con i potenziali partner locali in condizioni tali da cogliere al massimo potenziale e in un ecosistema favorevole e accogliente le opportunità fiscali e normative previste dai singoli ordinamenti.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI



