È un dovere, non solo morale, garantire il diritto all’istruzione ai bambini. Al di là delle belle parole, il dato reale e drammatico è che la probabilità che un bambino rom arrivi al secondo livello della scuola secondaria è di circa uno su mille.
Per aiutare davvero, dobbiamo pretendere cambiamenti concreti, in primis in termini di scolarizzazione, passando dalla necessità di censire queste popolazioni, che si sottraggono mentre noi tutti siamo registrati, al fine di ripristinare la legalità e tutelare gli interessi dei minori, da avviare verso adeguati percorsi scolastici.
In Ue purtroppo l’ipocrisia regna sovrana, mentre ciò a cui dovremmo mirare è un giusto equilibrio tra la legittima lotta alle discriminazioni e la tutela della sicurezza pubblica e dei diritti dei minori. Un’integrazione reale, basata sul rispetto delle leggi e dei nostri valori. Sì all’integrazione, no a chi si pone al di sopra della legge e sfrutta i bambini”.



