Telegram bloccata in Brasile per ‘fake news’, protesta il presidente Bolsonaro

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La Corte suprema del Brasile ha dato 24 ore di tempo a Telegram per adeguarsi alle richieste del giudice Alexandre de Moraes per evitare il blocco totale del servizio in tutto il Paese. L’ultimatum è arrivato dopo che il servizio di messaggistica criptato ha rifiutato di adeguarsi a precedenti ordinanze dei giorni scorsi e di rimuovere post considerati come “disinformazione”.

L’app di messaggistica è stata bloccata in Brasile il 18 marzo su richiesta della polizia federale, che indaga su un’inchiesta televisiva che evidenziava come Telegram venisse utilizzato per diffondere incitamenti all’odio, traffico di droga, commercio di denaro falso, propaganda nazista e compravendita di certificati di vaccinazione.

Secondo il ministro Alexandre de Moraes, Telegram ha adempiuto solo parzialmente agli ordini della Corte. La società si è scusata spiegando di aver ricevuto soltanto una parte delle ordinanze del giudice, afferma il portale di notizie G1.

Telegram viene usato sempre più intensamente dal presidente brasiliano Jair Bolsonaro e dal suo entourage per la campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di ottobre. Bolsonaro ha definito la sentenza della Corte suprema come “inaccettabile”: “Colpisce 70 milioni di utenti di Telegram, solo perché non sono riusciti a bloccarne due o tre”, ha affermato.

Il giudice Moraes aveva stabilito, a gennaio, il blocco dei profili Telegram legati al blogger Allan dos Santos per diffusione di ‘fake news’. Ritenuto un alleato del presidente brasiliano, dos Santos è indagato in due inchieste per le quali è stato chiesto il suo arresto ma risulta essere latitante.