L’app di messaggistica è stata bloccata in Brasile il 18 marzo su richiesta della polizia federale, che indaga su un’inchiesta televisiva che evidenziava come Telegram venisse utilizzato per diffondere incitamenti all’odio, traffico di droga, commercio di denaro falso, propaganda nazista e compravendita di certificati di vaccinazione.
Telegram viene usato sempre più intensamente dal presidente brasiliano Jair Bolsonaro e dal suo entourage per la campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di ottobre. Bolsonaro ha definito la sentenza della Corte suprema come “inaccettabile”: “Colpisce 70 milioni di utenti di Telegram, solo perché non sono riusciti a bloccarne due o tre”, ha affermato.
Il giudice Moraes aveva stabilito, a gennaio, il blocco dei profili Telegram legati al blogger Allan dos Santos per diffusione di ‘fake news’. Ritenuto un alleato del presidente brasiliano, dos Santos è indagato in due inchieste per le quali è stato chiesto il suo arresto ma risulta essere latitante.


