Il principale ospedale della capitale del Myanmar si è trasformato in una “zona di vittime di massa” dopo il terremoto di magnitudo 7.7 nella regione centrale. File di feriti sono stati curati all’esterno del pronto soccorso dell’ospedale generale da 1.000 posti letto, alcuni si contorcevano dal dolore, altri giacevano immobili mentre i parenti cercavano di confortarli. Nell’ospedale principale i feriti vengono curati in strada, con flebo intravenose appese alle barelle. Dei giornalisti dell’Afp, che si trovavano al Museo Nazionale di Naypyidaw quando il terremoto si è verificato, hanno riferito che pezzi di intonaco sono caduti dal soffitto mentre l’edificio ha iniziato a tremare. Il personale in uniforme è corso fuori, alcuni tremando e piangendo, mentre altri hanno cercato di mettersi in contatto con i propri cari. Le strade vicine al Museo Nazionale di Naypyidaw sono state deformate e rotte per effetto delle scosse. Dopo poco tempo, hanno riferito gli stessi giornalisti, la strada principale verso uno dei più grandi ospedali della città è stata intasata dal traffico.
I terremoti sono relativamente comuni in Myanmar, dove sei forti scosse di magnitudo 7.0 o più hanno colpito il Paese tra il 1930 e il 1956, vicino alla faglia di Sagaing, che corre da nord a sud attraverso il centro del Paese, secondo l’USGS americano. Un potente terremoto di magnitudo 6.8 nell’antica capitale Bagan, nel Myanmar centrale, ha ucciso tre persone nel 2016, facendo crollare anche le guglie e sgretolando le mura dei templi della destinazione turistica. Secondo gli esperti, il ritmo frenetico di sviluppo delle città del Myanmar, unito a infrastrutture fatiscenti e a una scarsa pianificazione urbana, ha reso le aree piu’ popolose del Paese vulnerabili ai terremoti e ad altri disastri. L’impoverito Paese del Sud-Est asiatico ha un sistema sanitario in tilt, soprattutto negli Stati rurali.



