È salito ad almeno 69 morti il bilancio del potente terremoto di magnitudo 6.9 che ha colpito le Filippine centrali, mentre sono decine i feriti che continuano a intasare gli ospedali dell’isola di Cebu. “Molti di loro sono rimasti incastrati tra le macerie, che ne hanno causato la morte”, ha dichiarato il vicedirettore dell’Ufficio della Protezione Civile, Rafaelito Alejandro, alla televisione governativa.
Il sisma di magnitudo 6,9 ha colpito ieri sera al largo dell’isola di Cebu, a Nord, vicino a Bogo, una città di 90.000 abitanti, secondo l’Us Geological Survey. I terremoti sono un evento quasi quotidiano nelle Filippine, situate sulla “Cintura di Fuoco” del Pacifico, un arco di intensa attività sismica che si estende dal Giappone attraverso il Sud-est asiatico e attraverso il bacino del Pacifico.
La maggior parte delle scosse sono troppo deboli per essere percepite dagli esseri umani ma i movimenti sismici più forti e distruttivi si verificano in modo casuale, senza alcuna tecnologia disponibile per prevedere quando e dove potrebbero colpire.
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La maggior parte dei decessi sono stati registrati nel comune di San Remigio, nel nord della popolosa isola maggiore di Cebu, ha riferito la polizia locale. Il sisma ha colpito in mare al largo della città di Bogo, danneggiando edifici e strade, facendo saltare l’energia elettrica e innescando operazioni di soccorso in tutto il nord dell’isola, ha dichiarato il funzionario provinciale per i soccorsi Wilson Ramos.
L’USGS aveva segnalato una magnitudo di 7.0, prima di ridurla, mentre il Pacific Tsunami Warning Center ha dichiarato che non vi è alcun rischio di tsunami a causa del terremoto.


