“Violenza Inaccettabile: Riflessioni su Femminicidio nel Barese”

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Oggi, l’eco di un’altra tragedia risuona nel Barese, dove un femminicidio ha strappato alla vita una donna, vittima di un atto di violenza inaudita

Un uomo ha dato fuoco alla moglie dentro l’auto e poi, con le proprie mani, ha posto fine alla sua esistenza. Questo crimine non è solo un episodio isolato, ma rappresenta un fenomeno inquietante e crescente che merita una profonda riflessione.

Il femminicidio è il culmine di una serie di violenze che molte donne subiscono nella loro vita quotidiana. Come psicologa e esperta in vittimologia, ho avuto l’opportunità di ascoltare storie strazianti di donne che, per anni, hanno vissuto in un contesto di abusi psicologici e fisici. Spesso, queste donne si sentono intrappolate, incapaci di chiedere aiuto o di lasciare relazioni tossiche. La società deve fare di più per sostenere queste vittime, offrendo loro le risorse necessarie per riconoscere la violenza e per trovare vie di uscita.

Parallelamente al tragico aumento di femminicidi, un’altra forma di violenza sta emergendo: quella sugli anziani. Questo fenomeno è spesso meno visibile e meno discusso, ma altrettanto devastante. Gli anziani possono diventare vittime di abusi fisici, psicologici e finanziari, spesso da parte di familiari o caregiver. La solitudine e la vulnerabilità possono rendere gli anziani facili bersagli, eppure, nella maggior parte dei casi, le loro sofferenze rimangono inascoltate.

La violenza di genere e l’abuso sugli anziani sono collegati da un comune denominatore: la cultura della violenza e della sottomissione. Entrambi i gruppi, donne e anziani, sono spesso privati della loro voce e della loro dignità. È fondamentale rompere questo circolo vizioso, educando le nuove generazioni al rispetto e all’emancipazione, e fornendo supporto a chi è già vittima di abusi.

Come professionista, credo fermamente che sia necessario un approccio multidisciplinare per affrontare queste problematiche. È cruciale che le istituzioni, le comunità e i professionisti della salute mentale lavorino insieme per creare reti di supporto. Dobbiamo promuovere campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione e servizi di assistenza per le vittime.

Ogni persona deve sentirsi al sicuro e avere accesso a risorse che possano aiutarla a uscire da situazioni di violenza.

Oggi, piangiamo la vita spezzata di una donna e il dolore di una comunità colpita da un atto di violenza inaccettabile. Ma dobbiamo anche agire. È tempo di unirci e dire basta a ogni forma di violenza, di dare voce a chi non ce l’ha e di combattere per un futuro in cui ogni donna e ogni anziano possano vivere in sicurezza e dignità. La nostra società merita un cambiamento reale, e ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questa lotta.

Dr.ssa Klarida Rrapaj