Un campo progressista credibile è l’unica alternativa alla destra». Alessandra Todde governa la Sardegna ed è tra i politici più attivi contro l’autonomia differenziata. In questa intervista parla di alleanze, e della riforma Calderoli contro la quale, spiega, sta girando l’Italia «per far capire alle persone a cosa stiamo andando incontro». Risponde da Vicenza, nel Veneto leghista, dove però ha ricevuto «un’accoglienza straordinaria».
Presidente Todde, come vede la costruzione del campo largo? Schlein ci crede, ma Renzi e Conte litigano.
«Un campo progressista credibile è l’unica alternativa al centrodestra. In Sardegna l’abbiamo costruito partendo da un programma coerente. Un progetto serio non si misura sul numero dei simboli sulla scheda elettorale».
E Renzi?
«A Genova governa con Bucci, in Basilicata con Bardi, in Parlamento ne ha combinate di ogni, in Sardegna era fuori dalla nostra coalizione. Conte non litiga con Renzi, ma pone un tema di credibilità: non si possono prendere in giro i cittadini».
Il suo partito sta affrontando una nuova fase, si riconosce nell’ambizione contiana o ha ragione Beppe Grillo quando parla di pilastri insostituibili?
«Sono orgogliosa della mia comunità politica. Il M5S è degli iscritti, non è un partito padronale. Non è di un leader o di un garante, non è di chi per anni lo ha sfruttato per poi abbandonarlo quando faceva più comodo. Grazie a Conte oggi siamo una forza politica forte, ancorata ai valori progressisti».
Bisogna superare il limite dei due mandati?
«La base deciderà quale strada va intrapresa. Conosco il valore del doppio mandato perché la politica è servizio e non privilegio ma credo che dopo due mandati in parlamento possiamo permettere a chi ha competenze di candidarsi sui territori o in Europa».
Vede un pericolo di scissione tra 5S?
«Certi errori è meglio non ripeterli».
Parliamo di Autonomia, quali i rischi della riforma Calderoli?
«Indebolisce il Paese, danneggia la Sardegna minando le prerogative di una Regione autonoma e speciale. Cerca di silenziare le regioni più povere stravolgendo la coesione nazionale, tenta di metterci gli uni contro gli altri. E Calderoli ha una faccia tosta a dire che sarà il referendum a spaccare il Paese».
La Sardegna ha impugnato la legge ma ora Zaia presenta il controricorso.
«Zaia non ha capito le motivazioni del nostro ricorso, che farà l’iter previsto mentre noi continueremo a lottare contro la secessione dei ricchi».
Parti importanti del mondo cattolico sono contro l’autonomia e hanno scatenato le ire di Salvini.
«La Cei ha mosso delle critiche più che condivisibili. Come anche Confindustria. Sono tanti gli imprenditori spaventati, moltissimi del Nord. Mentre il governo si muove alla cieca cercando i miliardi necessari per garantire i Lep, nella manovra non ci saranno risorse per le imprese e i giovani. Le ire di Salvini lasciano il tempo che trovano, la spara grossa per prendere qualche titolo di giornale. Giorni fa ha detto che in Sardegna non servono le rinnovabili ma il nucleare…».
Giulio Ucciero


