Toti: “C’è più berlusconismo fuori che dentro FI”

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Se si farà bisognerebbe intitolare a Berlusconi il ponte sullo Stretto, era uno dei suoi temi più cari. Il futuro di Forza Italia? Ai dirigenti spetta un pezzo di quella maglia, c’è più di Berlusconi fuori che dentro il partito”. Così Giovanni Toti, intervistato dal Secolo XIX, dopo la morte di Silvio Berlusconi.

“Lo spaesamento che provo non e’ solo politico o professionale. E’ lo spaesamento del cittadino che vede finire un’epoca. E’ uno dei rari casi in cui la fine fisica di una persona coincide con la fine di un periodo”. Nel 2015, lei fu candidato governatore in Liguria. E’ vero che Berlusconi la convinse dicendole: ‘Tanto perdiamo’? “Era convinto ci fossero poche chance.

L’unico che pensava che in Liguria si potesse vincere era il segretario della Lega, Salvini. Una sera ad Arcore, con Berlusconi, Salvini, Gelmini e Ronzulli, discutendo di varie ipotesi, dissi al Cavaliere: ‘Provi a dire il mio nome a Salvini’.

Mi chiese se fossi sicuro, avevo davanti 4 anni comodi a Bruxelles. Gli risposi che potevamo provarci. Lo disse a Salvini, e dopo due-tre giorni mi chiamarono insieme per dirmi che ero candidato. Tutti si immaginavano cinquanta giorni di campagna elettorale per poi tornare a Bruxelles. Invece siamo ancora qui”