Tra storia, leggenda e mito le vicende di una donna, santa e forse peccatrice

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A Forlì una mostra che parla di lei, dal 27 marzo al 10 luglio 2022

FORLI’ – Basterebbe la vista – tra Museo e Mostra – della perfezione e dell’armonia artistico-creativa dei materiali trasformati in 3 magistrali statue dal Canova visitabili in quest’area per giustificare e motivare una visita a questa esposizione forlivese, ma c’è di più, mooolto di più!

Tra le oltre 200 opere in mostra, aventi per icona “La Maddalena” (1426) del grande Masaccio vista di spalle, con il suo dolore, la sua angoscia, la sua disperazione, avvolta nel rosso mantello simbolo di vita, di morte, di sofferenza ma anche di Resurrezione, troviamo questo capolavoro che la ritrae, insieme con Maria e san Giovanni ai piedi della croce su cui è appena spirato il Cristo, piccola nelle dimensioni ma “grande” nella espressività, chiedere la nostra attenzione; tutto qui è espresso con le mani, tra cui dominano proprio quelle di Maria di Magdala.

Maria di Magdala, comunemente Maria Maddalena o Maddalena, nacque a Magdala, antica città della Galilea, e morì in Turchia, a Efeso; fu un’importante, fedele, seguace di Cristo: dopo averlo incontrato lo assistette con i suoi beni e lo seguì fin sotto la croce, grata della liberazione ricevuta (Luca, 8, 2-3; ma è presente in tutti i Vangeli); fu lei a comunicare agli apostoli la Resurrezione. Tutto il resto che conosciamo di questa figura, in un intreccio di varie “Maddalene” – meretrice salvata dalla lapidazione (Gv, 8, 1-11), sorella di Lazzaro che con i capelli asciuga i piedi del Maestro dopo averli unti con olio profumato (Gv, 12, 1-8),.. – non è provato. Ancor meno è provato ciò che dice Filippo nel suo Vangelo apocrifo datato II secolo, secondo il quale Gesù e Maddalena furono amanti, e non affermano il vero neppure altri fonti che dicono che i due hanno avuto una figlia, Sara: non esiste alcuna prova storica, biblica, archeologica, genealogica e genetica che supporti tali affermazioni moderne, figlie per lo più del XX secolo (vedi anche Dan Brown…).

Comunque sia la Maddalena è una figura reale che racchiude tutto il mito – nel bene e nel male – che può essere accomunato ad una donna posta nella storia, tra peccato e santità. Questa donna resta comunque misteriosa, e proprio perché tale, dal fascino mai svelato, si è perpetuata ed ha coinvolto un po’ tutto; non poteva quindi non identificarsi come “figura storica chiave”, da sempre degna d’interesse. Anche artisticamente.

Nei secoli la sua immagine riprodotta da vari artisti e con tecniche diverse ha subito differenti letture ed interpretazioni proprio per i motivi suddetti, legati alle sensibilità individuali degli artisti: contrita (Previati), orante, penitente e sensuale (Reni e Cagnacci), santificata (Vivarini), peccatrice pentita (Hayez), in estasi (Canova), donna “moderna” nuda, grata e addolorata (Guttuso), nella grotta, nel deserto… ed anche “leggente” (Saraceni).

Nel caleidoscopio delle varie interpretazioni e cromie, la “gara” fra gli artisti ha creato dei capolavori di indubbio interesse in tutti i secoli. Ecco allora la splendida idea degli organizzatori, Fondazione Cassa dei Risparmi e Comune di Forlì con i Musei San Domenico – i Musei San Domenico di Forlì di idee buone ne hanno sempre tante: Ulisse, Dante!… – di dedicarle questa mostra “Il mistero e l’immagine” curata da Cristina Acidini, Paola Refice e Fernando Mazzocca, dal 27 marzo al 10 luglio 2022; il prestigioso comitato scientifico è diretto da Antonio Paolucci.

L’esposizione, dopo alcuni esempi ispiratori del III sec a.C., parte dall’arte paleo-cristiana in cui Maria Maddalena appare prevalentemente santificata ai piedi della Croce, per giungere alla pittura del Novecento, dove diventa una donna più inquieta, grata ed addolorata, più umanamente fragile. Con estrema lentezza o passo discreto, transitano davanti agli occhi le oltre duecento immagini provenienti da 11 grandi musei, suddivise in 12 sezioni, suscitandoci i pensieri e le emozioni più vari tanto efficacemente espressi dai vari Masaccio, Lippi, Bellini, Donatello, Guercino, Tiziano, Canova, Reni, Delacroix, Chagall,… lei, sempre protagonista, anche quando non sola nell’opera, ora con inquieta femminilità ora in estasi, con occhi al cielo, rapita dalla spiritualità conquis – tata giorno dopo giorno accanto al Maestro.

Visite dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle19.00; sabato, domenica e festivi, dalle 9.30 alle 20.00
Per maggiori informazioni, prenotazioni, costo biglietto:
https://mostramaddalena.it

La foto è stata scattata senza flash dall’autore di questo articolo durante la visita col permesso degli organizzatori.
Nell’imbarazzo della scelta abbiamo infine scelto: Natale Schiavoni – Maddalena Penitente (1838) – carboncino su carta incollato su tavola. Collezione privata.

Franco Cortese Notizie in un click