TRAFFICO E MANUTENZIONE: I CONTI SBALLATI DI SALVINI SUL PONTE DI MESSINA

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Stime di traffico irrealistiche, costi di manutenzione insostenibili in base ai volumi dei transiti e ai pedaggi indicati dal project financing, a meno di non arrivare agli oneri attuali per l’attraversamento su traghetto

Sono due dei punti critici della sostenibilità economica del progetto per il ponte sullo stretto di Messina.

In attesa di conoscere le motivazioni con cui la Corte dei Conti ha negato il suo via libera alla delibera del Cipess, questi nodi erano stati già evidenziati dalla magistratura contabile insieme alla mancanza di coperture economiche certe, la non conformità del progetto alle norme ambientali, le deroghe alle regole Ue per il superamento del 50% del costo iniziale e la mancanza di una nuova gara.

Le previsioni sul traffico erano già state messe in dubbio a febbraio 2010 dall’economista Guido Signorino su lavoce.info come “l’elemento di maggior debolezza del progetto”.

Insieme ad altri interrogativi, avevano portato già allora la Corte dei Conti ad approvare con riserva il piano economico-finanziario del ponte. Sulla questione il 26 settembre scorso sono tornati sullo stesso sito Domenico Marino, professore associato di Politica economica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e Leonzio Rizzo, ordinario di Scienza delle finanze all’ateneo di Ferrara.

“Il ministro Salvini ipotizzava pedaggi pari a 10 euro per le auto. Pietro Ciucci, ad della società Stretto di Messina, ha sostenuto che le tariffe sarebbero attorno ai 4 euro per le moto, 7 euro per le auto e 10 per i camion. Una gran confusione. Se teniamo buona l’ipotesi dei 10 euro per le auto e 20 per i mezzi pesanti, ipotizzando volumi pari a 2 milioni di auto e 1 milione di camion (i numeri del 2022 sono di circa 1,7 milioni per le auto e 800 mila per i mezzi pesanti), i ricavi annui arrivano a 40 milioni”, scrivevano i due economisti.

Ma nello scenario descritto dalla società Sdm “i costi di gestione e manutenzione annuali ammontano a quasi 70 milioni” a cui vanno sommati quelli per la manutenzione straordinaria, “quasi 44 milioni l’anno. Il totale fa poco più di 113 milioni all’anno.

La tariffa ne coprirebbe il 35%”. Il resto ricadrebbe sullo Stato. Per essere autosufficiente “le tariffe dovrebbero aggirarsi per una sola tratta a 28 euro per le auto e 56 per i camion, lontane dalle proposte di Sdm ma molto simili a quelle dei traghetti”.

Poi ci sono le previsioni di traffico incluse nel piano finanziario che però non è pubblico. “I mezzi che attraversavano lo Stretto nel 1991 erano 3,8 milioni, nel 1999 si è arrivati a 3 e nel 2022 a più o meno a 2,6: un calo del 46% negli ultimi trent’anni collegato al forte aumento dell’uso dell’aereo”, scrivono Marino e Rizzo.

“Nel piano approvato dal Cipess e su cui si è espressa la Corte dei Conti, il numero di mezzi che si ipotizza attraverseranno il ponte nel 2032 è di oltre 4,5 milioni, una crescita del 71% in 10 anni che richiederebbe qualche giustificazione”, anche perché Sdm in un documento ufficiale “prevede per il 2032 3,6 milioni di attraversamenti”.

Insomma, il ponte costringerebbe lo Stato a ripianare ogni anno il deficit tra entrate e uscite.

In attesa di conoscere le motivazioni per le quali la Corte dei Conti ha bocciato la delibera Cipess, queste discrasie tornano alla ribalta. Non sarebbe la prima volta per un’infrastruttura.

Nel 2020 la Corte dei Conti Ue rilevava che, una volta completati i progetti di mobilità urbana a Napoli e Palermo, “Il numero effettivo di passeggeri è risultato significativamente inferiore a quello programmato”.

Altro caso eclatante è l’autostrada A35 Brebemi Milano-Brescia, doppione della A4. La Corte dei Conti il 25 marzo ha espresso parere negativo all’aggiornamento del Piano economico finanziario e alla convenzione della società concessionaria. “Le previsioni di traffico si sono dimostrate lontane dalla realtà sin dall’entrata in esercizio e negli aggiornamenti del Pef sono sempre state riviste al ribasso.

Il valore di 50 mila veicoli al giorno stimato nel 2003, sul quale è stato tarato tutto l’intervento tecnico ed economico, non è stato mai raggiunto: il traffico effettivo nel 2015 è stato di 13.500 veicoli al giorno” e anche i valori di quest’anno sono più bassi.