Trieste – “Fu il terzo incidente per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero e purtroppo ad essere colpita nello specifico è stata la nostra terra, il Friuli.
I nostri corregionali erano partiti portando con sè l’applicazione, il sacrificio, la cultura del lavoro, esattamente quei i valori che contraddistinguono il nostro territorio.
Erano andati laggiù per guadagnarsi da vivere e permettere un futuro migliore alle loro famiglie”.
Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del gruppo Lega Alberto Budai che ha partecipato a San Giorgio di Nogaro alla commemorazione della tragedia di Marcinelle di 68 anni fa dove morirono 136 italiani, di cui 7 friulani.
Uno dei sette era Armando Zanelli, 33 anni, sangiorgino, vittima di un tragico destino assieme a Pietro Basso, Mario Buiatti, Ruggero Castellani, Ferruccio Pegorer, Ciro Natale Piccolo e Lorenzo De Santis.
“Un’esperienza disastrosa dell’emigrazione di quegli anni – prosegue Budai -, un disastro che ha scosso le coscienze delle persone e che ha segnato la vita di numerose famiglie.
Le vittime di quella tragedia non hanno avuto misure sufficienti per tutelare la loro incolumità e quello dei morti sul lavoro è un tema che tiene banco ancora oggi.
Dal disastro in Belgio è nata la consapevolezza secondo cui non è tollerabile morire sul luogo dove si opera”.
“È doveroso ricordare i nostri corregionali di ieri e di oggi impegnati all’estero. Ai giovani sono rivolte grandi attenzioni da parte dell’amministrazione regionale. In Assestamento di bilancio – conclude l’esponente di maggioranza – abbiamo immesso risorse per la formazione e l’occupazione dei ragazzi perché vorremmo dare loro la certezza che anche in Italia si possono avere soddisfazioni, si può fare carriera e realizzare i propri sogni”.



