Non è bastato lo sforzo di Emmanuel Macron di proporsi ai cittadini come perno fondamentale di una diplomazia al lavoro per la pace in Ucraina. Nonostante il conflitto in corso, infatti, la metà dei cittadini francesi hanno espresso un voto chiaro, contro il sistema.
La conferma, secondo l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, del fatto che “la fine della guerra, quando ci sarà, non segnerà la fine del disordine. È la fine dell’utopia e il ritorno alla geografia. La storia è tornata con gli interessi arretrati”.
Intervistato da Annalisa Chirico per Il Foglio, Tremonti ha analizzato i limiti di una globalizzazione basata sul “mercatismo”, ovvero “l’ultima ideologia del Novecente. Il mondo si unifica nella logica del mercato come matrice del bene economico politico morale, come un assoluto. È l’architettura del mondo: sopra il mercato e sotto gli Stati pacificati in eleganti rapporti di competizione e concorrenza.
La globalizzazione è un’utopia che nasce allora, l’assenza di luogo ne è la quintessenza. Chi, all’epoca, frequentava i circoli illuminati, sentiva ripetersi la parola ‘momentum’, il senso della ineluttabile e fatale necessità di fare tutto subito. Il disegno è quello della produzione in Asia e del consumo in Occidente, l’Asia è la fabbrica del mondo e l’Occidente, se produce qualcosa, produce servizi”.