Città 30 e Zone 30, le esperienze di Rovereto e Milano. “Calano gli incidenti, migliora la qualità dello spazio pubblico e dell’aria”. L’incontro tra istituzioni e associazioni per studiare strategie per la città
Come sviluppare la “Città 30” e le “zone 30”, e cioè le aree urbane dove la velocità massima consentita è di 30 chilometri all’ora e non 50, è al centro dell’attenzione del Servizio mobilità del Comune. E quindi perché non chiedere a chi ha già iniziato a sviluppare questo tema? E’ stato questo il fulcro del quinto forum trimestrale per la mobilità sostenibile tenutosi a palazzo Geremia.
Finalità di questi forum – a cui vengono invitati numerosi enti ed associazioni – è creare un tavolo di discussione aperto in cui ognuno possa portare il suo contributo.
Le tematiche su cui si è voluto orientare questo quinto appuntamento sono state lo sviluppo della cosiddetta “città 30” e l’importanza dell’utilizzo dei dati a supporto delle scelte di mobilità. Sempre in tema di mobilità, sono stati presentati anche i risultati dell’hackathon svoltosi all’interno della cornice del progetto europeo Stardust. In introduzione Ezio Facchin, assessore alla transizione ecologica e alla mobilità, ha spiegato che “è nostra intenzione consegnare a fine consiliatura una città cambiata. Lo scorso febbraio abbiamo approvato il Pums, il Piano urbano per la mobilità sostenibile; tra le priorità c’è completare nuove piste ciclabili in continuità con quelle esistenti; integrare gli stalli per bici omogenizzandoli perché ce ne sono di troppi tipi diversi; implementare le zone 30 soprattuttoin prossimità delle scuole. Tra le cose in agenda segnalo un sistema di colonnine per la ricarica delle auto elettriche, la realizzazione del ‘progetto F.a.s.t. (fermate accessibili e sostenibili a Trento)’ per creare delle pensiline degli autobus più moderne, l’aumento della qualità della proposta dei monopattini”.
Parola poi ad Andrea Miniucchi, assessore alla qualità del vivere urbano, e Marino Salvetti, capoufficio mobilità, del Comune di Rovereto che hanno spiegato come siano state pianificate e attuate le “zone 30” nella loro città: “Abbiamo creato le prime zone 30 a seguito del Pums del 2013 – ha detto Miniucchi – Ogni città è diversa quindi le esperienze non sono replicabili. Quello che posso dire però è che i nostri dati ci dicono che con solo 20 km all’ora di meno la qualità dell’aria migliora molto e che calano gli incidenti, ma soprattutto cala la loro gravità che chiaramente è collegata alla velocità. Certo negli ‘assi di penetrazione’ della città non è sempre facile mettere il limite dei 30 all’ora”.
A Milano invece stanno lavorando all’ambizioso obiettivo della “città 30” come ha spiegato Federico Confalonieri, responsabile dell’Unità mobilità sostenibile: “Già molte zone sono a 30 km/all’ora e visto che abbiamo l’obiettivo di diventare città carbon-neutral nel 2050 vogliamo far diventare praticamente tutta la città a 30 con qualche zona anche a 15 km/h ed altre invece a 50, ma come eccezione alla regola. Tenete conto che a 50 all’ora si sollevano il doppio di polveri sottili rispetto ai 30”.
La domanda più centrata su questo tema è stata: “Come le si fa rispettare poi, visto che non sempre si riesce a far rispettare neanche i 50?” Unendo le risposte dei tecnici di Rovereto e Milano si può dire che, oltre ai controlli della Polizia locale, è fondamentale la ri-progettazione delle strade realizzando interventi che impediscano di raggiungere elevate velocità; è ormai infatti considerazione condivisa come non sia sufficiente limitarsi alla sola segnaletica stradale. Risulta inoltre fondamentale il processo di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni al fine di spiegare e far comprendere quali possano essere i benefici dei provvedimenti messi in atto.
Il Forum è proseguito poi con la relazione di Mirko Franciosi, dirigente del servizio Innovazione e dell’informatico Alex Tomasi del Comune di Trento che hanno spiegato l’importanza di una “smart city control room”, ovvero come i dati possono supportare le scelte della mobilità ma anche di tanti altri servizi comunali.
Infine Adriano Bisello (Eurac Research) ha presentato i risultati di “Stardust Hackathon: scenari e concept per una città a 15 minuti” concorso con in palio 3500 euro che ha visto tre gruppi di studenti proporre soluzioni pratiche di digital design per rendere la mobilità cittadina il più smart possibile.



